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Sanità | 04 settembre 2015, 10:30

Il progetto Terapia Intensiva aperta del S. Paolo cresce e si evolve

Lo scopo è quello di facilitare il rapporto paziente, sanitari e parenti al fine di rendere confortevole la degenza al ricoverato e migliorare la comunicazione interpersonale tra tutti i soggetti coinvolti anche in situazioni critiche

Il progetto Terapia Intensiva aperta del S. Paolo cresce e si evolve

Il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale San Paolo di Savona ha dato il via, nel corso del 2014,  ad un modello assistenziale che prevede l’accesso libero dei parenti al reparto dalle ore 14 alle 20 di tutti i giorni.

Lo scopo è quello di facilitare il rapporto paziente, sanitari e parenti al fine di rendere confortevole la degenza al ricoverato e migliorare la comunicazione interpersonale tra tutti i soggetti coinvolti anche in situazioni critiche.

«Il percorso attraverso il quale si è giunti alla liberalizzazione dell’accesso  ai parenti dei ricoverati è iniziato nel 2013 e ha fatto esperienza dei vissuti di altre Rianimazioni ed ha indagato le aspettative, i bisogni, le ansie e le paure dei familiari, attraverso un questionario, proposto dall’allora studente infermiere Roberta Ciavardoni,  somministrato ai parenti dei ricoverati. La fase di osservazione e raccolta dati è durata tre mesi. Dopo questo periodo il personale  ha ritenuto maturi i tempi e, con questa preparazione, è iniziata l’esperienza.» spiega il Dott. Brunello Brunetto, direttore della S.C. Anestesia e Rianimazione di Savona e Cairo.

Il concetto di Terapia Intensiva Aperta definisce una struttura di cure intensive dove i parenti non sono un “intralcio“ al  lavoro quotidiano degli operatori sanitari bensì una componente necessaria di integrazione che ha sempre come fine il miglioramento delle cure e il benessere del malato.

 

«Il lavoro svolto in questo reparto sotto gli occhi dei familiari contribuisce a rassicurarli perché possono verificare di persona quanto il proprio caro sia seguito con impegno e continuità. Inoltre, l’orario di visita allargato contribuisce a ridurre non poco lo stress delle famiglie, alle prese con i loro impegni quotidiani.» spiega il Dott. Brunetto e conclude «Il progetto è comunque sempre in evoluzione. Insieme a tutti, medici, infermieri ed OSS,  in particolare il dott. Antonio Cutillo e l’infermiera Adriana Isabella, che hanno dedicato particolare attenzione a questa iniziativa, continuerò a lavorare in questa direzione, con l’obiettivo di ridurre ancora di più il disagio di un’esperienza e di una situazione sicuramente difficile e impegnativa per tutte le persone coinvolte»

 

c.s.

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