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Savona | 15 ottobre 2015, 17:00

Savona, il sindaco Berruti e l'assessore allo sport Martino ricordano Settimio Pagnini

"Era un uomo umile, con un profondo senso del pudore e una immensa passione per il proprio lavoro. Sono valori rari, comuni solo ai grandi, a coloro che nella vita hanno operato per costruire, per lasciare qualcosa agli altri prima che a stessi".

Savona, il sindaco Berruti e l'assessore allo sport Martino ricordano Settimio Pagnini

 

Settimio Pagnini era un uomo umile, con un profondo senso del pudore e una immensa passione per il proprio lavoro. Sono valori rari, comuni solo ai grandi, a coloro che nella vita hanno operato per costruire, per lasciare qualcosa agli altri prima che a stessi.

Per questa ragione, Pagnini non amava apparire. Eppure è stato un assoluto protagonista della storia della nostra città e non solo. Pagnini è stato prima di tutto un convinto antifascista, rischiando la vita assieme a tanti altri giovani nel fronte della gioventù e nelle sap.

Egli stesso, negli ultimi tempi, ritornava spesso su quell'epoca della propria vita comprendendo il valore e l'attualità di quelle scelte che dentro di sé aveva sempre considerato normali. E forse è stata proprio la voglia di ripartire dopo il dramma della guerra a farlo diventare uno dei padri fondatori dello sport a Savona.

Sarebbe infatti sbagliato ricordarlo solo come un uomo della Pallacanestro. Pagnini è stato un atleta, pioniere allenatore e giocatore di pallanuoto, organizzatore e partecipante alle prime gare di nuoto in darsena assieme a Mantero e Selis, e ancora allenatore di pallavolo e a tempo perso, giocatore di pallone.

Certamente la pallacanestro è stato il suo amore più grande, tanto grande da esser considerato egli stesso "la pallacanestro". In tanti ricorderanno la fondazione della cestistica che arrivò fino alla serie A nel 61 con la femminile e che negli stessi anni sfiorò con la maschile venendone scippato, come continuava a sostenere ancora oggi con malcelata delusione.

Con la nazionale femminile è arrivato ai vertici del basket nazionale partendo da un territorio che non aveva quasi tradizione in quella disciplina.

Ma quella che è stata la sua impresa più grande è forse quella che ai più può sembrare insignificante. Nel 98, alle soglie degli 80 anni, Pagnini ha fondato a Savona lo scuola basket team. Lo ha fatto perché la pallacanestro a Savona era in crisi, perché c'era bisogno di qualcuno che la rilanciasse e perché contava l'obiettivo non l'età. Pagnini ha sempre mantenuto la mentalità del ragazzo, dalle cantine dove si stampavano i volantini del fdg alle panchine della nazionale di basket, una mente umile e libera che per questo, malgrado tutto, amava essere ricordato come trombettiere degli alpini.

Ciao Settimio e grazie.

 

                                                       Federico Berruti, sindaco di Savona

                                                         Luca Martino, assessore allo Sport

 

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