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Curiosità | 01 marzo 2016, 18:45

Nasce una nuova iniziativa editoriale nata nell'ambito dei musei civici di Spotorno

Nasce una nuova iniziativa editoriale nata nell'ambito dei musei civici di Spotorno

Per la seconda volta – dopo quelli inerenti al Convegno di Noli del 13 dicembre 2013 – Sapere popolare edizioni ha il piacere di pubblicare gli Atti di un’importante assise relativa ad un tema museale di grande interesse ed attualità.

Gli interventi e le narrazioni di relatrici e relatori qui contenuti sono dense di esperienze, dati, cose fatte e da fare, riflessioni utili per il futuro, spaziando da un orizzonte più generale (Valeria Minucciani, "Il ruolo e la funzione dei piccoli musei nel sistema italiano" – Fiorangela Di Matteo, "I Piccoli Musei quale espressione del paesaggio di riferimento" – Monica Brondi, "Comunicare l’identità museale. Esperienze e strumenti per la promozione dei piccoli musei"), a tematiche locali (Daniele Arobba, Andrea De Pascale, Giovanni Murialdo, "Il Museo Archeologico del Finale: un museo per una comunità" – Flavio Menardi Noguera, "Narbona di Castelmagno frazione “impossibile”" – Alessandro Boninsegna, "La realtà museale di Historia"), fino a giungere ad un dialogo serrato tra “beni culturali” e “storia”, tra memoria e nuove necessità, tra passato e futuro (Danilo Bruno, "Mazzini, beni culturali e unità d’Italia" – Giancarlo Onnis, «Idee per un Museo diffuso del Novecento e della Resistenza a Savona»).

Il volume è liberamente scaricabile dalla piattaforma Bookrepublic Ci sia consentito, a margine di questa pubblicazione, un’unica considerazione, speriamo contenente una qualche positiva suggestione e suscettibile di dibattito, che offre il segno del nostro impegno di studio e, vista la complessità dell’epoca in cui viviamo, anche di ricerca per una “nuova civile convivenza”. In letteratura si definiscono “narrative di comunità” quei racconti di vita, anche personali, ma comunque riferibili ad un luogo definito e delimitato, che hanno segnato la storia – grande o piccola – di una particolare comunità. È attraverso la condivisione di storie ed esperienze che individui e gruppi entrano a far parte di una cultura comune, premessa indispensabile per trovare (o “ritrovare”) sia un senso di appartenenza al territorio sia un senso del vivere collettivo.

Siamo convinti che la narrazione di comunità possa avere un ruolo fondamentale per la “costruzione” della comunità stessa, in quanto essa si definisce anche attraverso il racconto di storie, che da storie individuali e personali diventano storie condivise e collettive.

Perché, accanto a una geografia fisica e ufficiale, esiste anche una geografia secondaria, personale e affettiva, nella quale i luoghi devono tornare a parlare di sé e dei loro abitanti, così come questi ultimi devono riappriopriarsi di ciò che sono stati gli spazi significativi del loro divenire e iniziare a narrarli.Ebbene, siamo sempre più convinti, che esista un luogo perfetto per «mettere in valore» un’azione dialogica innata nell’uomo, ovvero quella di “narrare e ascoltare storie”, quelle di persone che hanno abitato un luogo e che in quel luogo hanno attraversato pezzi di vita di rilievo per la comunità locale.

Questi luoghi possono essere i Musei etnografici locali (ma sulle innumerevoli denominazioni non ci soffermiamo più di tanto), il più delle volte “piccoli o piccolissimi”, che, come afferma Valeria Minucciani nella sua relazione, rappresentano il 95% dei Musei italiani. “Piccoli Musei” per scrivere una nuova storia dei luoghi, viva e contemporanea.

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