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Politica | 27 gennaio 2018, 11:00

Savona: Danilo Bruno diventa "il cavallo di Martini" e invita la Caprioglio ad un tour cittadino

Il portavoce dei Verdi savonesi elenca alcune delle bellezze locali, sollecitando il Comune a promuoverle e valorizzarle

Savona: Danilo Bruno diventa "il cavallo di Martini" e invita la Caprioglio ad un tour cittadino

Danilo Bruno, portavoce dei Verdi savonesi, scrive a Ilaria Caprioglio firmandosi "il cavallo di Arturo Martini" e provocatoriamente esordisce con: "Signora sindaca, cavalchiamo insieme?"

Scrive Bruno: "Buongiorno, sono il cavallo di Martini scolpito sulla facciata del Palazzo delle Poste di piazza Diaz e mi permetto di utilizzare la cortesia dei Verdi per scriverLe ed invitarLa in qualunque momento a fare una cavalcata sulla mia groppa.

Vorrei chiederglielo personalmente ma Ella o passa in macchina oppure corre sempre indaffarata e circondata da cittadine e cittadini plaudenti per la pulizia e l’ordine, che regna in città.

In primo luogo le vorrei chiedere una cosa personale ma perché mai un turista o una turista non vengono indirizzati a vedermi? So di essere una delle opere maggiori di Martini ma sembra che la promozione turistica per me non esista eppure non costa nulla convincere le persone ad alzare gli occhi quando passano sotto di me.

Poi mi permetto di proporLe alcuni luoghi della nostra cavalcata: Potremmo andare a vedere l’antico stemma cittadino posto all’uscita della galleria dell’Aurelia lato Albissola. Si tratta dello stemma secentesco posto sull’ antico Palazzo del Podestà, che oggi appare veramente rovinato e coperto di edera.

Poi potremmo passare a visitare il complesso del San Giacomo dove vi sono importanti affreschi in rovina e dove forse fu sepolto Gabriello Chiabrera, che in zona ha lasciato altri ricordi (es. Loggetta della chiesa di Santa Lucia) perché noi monumenti cittadini abbiamo pensato ma a che serve fare una mostra bibliografica sull’ antica biblioteca del monastero se poi non si avvia una azione di recupero? Sicuramente Ella saprà che negli anni ottanta del secolo scorso Italia Nostra tenne un importante convegno per il recupero del complesso e che esiste una associazione locale, che ha quale scopo proprio il recupero dell’antico complesso conventuale. Ella saprà anche che non è esattamente bello tentare di salvare il monumento facendolo rientrare nella colata di cemento del porto della Margonara.

Poi potremmo rientrare verso il centro e salire al Priamar dove potremmo in primo luogo visitare il museo archeologico, che noi monumenti ci chiediamo come possa andare avanti e svolgere attività scientifica senza un contributo comunale (unico caso al mondo) e poi la cella di Mazzini, che le ha scritto recentemente lamentando il suo isolamento.

Se non Le crea problemi vorrei portarLa a vedere il museo Pertini-Cuneo perché qualunque persona di buon senso ci chiede come possa un museo essere valorizzato aprendo solo due ore alla settimana.

Poi scenderemmo in darsena così potremmo passare alla Stella Maris e visitare le opere presenti di Renata Cuneo, pensando ad un itinerario dedicato alla grande scultrice savonese ma ,a proposito, la fontana di Piazza Marconi si chiede quando verrà riattivata perché una fontana senza acqua soffre una crisi di identità non capendo più a cosa serva.

Passando su corso Mazzini (si ricordi della cella) potremmo salutare il tempio Boselli, autentico capolavoro del neoclassico cittadino, lasciato abbandonato in mezzo ai giardini pubblici e infine galopperemmo veloci sulla strada del Santuario. Qui il discorso sarebbe molto complesso poichè il museo vorrebbe essere aperto, la zona vorrebbe essere valorizzata e promossa per i suoi capolavori, le aree napoleoniche vorrebbero far sapere della loro esistenza per cui forse sarebbe meglio fare una cavalcata ad hoc andando a fare insieme un picnic nel bosco di Savona, che meriterebbe di essere recuperato e portato a nuova esistenza anche forestale ed agricola.

A questo punto potremmo fermarci a Lavagnola e spiegare al Ponte di San Martino perche’ quest’anno la fiera non si è tenuta (la sua assessora al commercio ha promesso, come sempre, che il prossimo anno farà una grande fiera quindi quasi come se fosse “due al prezzo di uno”).

Poi potremmo andare a vedere il polittico di Barnaba da Modena nella chiesa di San Dalmazio (a proposito sa che è intitolata a questo Santo perché si trovava sulla via di un antico percorso medievale verso Borgo San Dalmazzo) ed infine ascoltare una delle cappellette del Santuario, che vorrebbero spiegarle che sono vere opere d’arte e di fede per cui forse almeno le macchine parcheggiate spesso davanti potrebbero essere tolte.

Infine la riporterei a Palazzo Civico sperando che voglia adottare qualche provvedimento a “nostro favore” perché, come diceva Mazzini, la cultura è la base della coscienza e della convivenza civile cittadina. Diversamente poi si ricordi, che, se non lo ha ancora fatto, ha promesso di andare a vedere la collezione di burattini Gambarutti prima della fine del mandato e poi abbandoni la guida della città, che rischia di sprofondare nel cemento, nel bitume e nel carbone perché una alternativa civica ed ecologista per il governo di Savona esiste da tempo".

c.s.

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