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Solidarietà | 24 febbraio 2019, 09:00

"Zomkom" benvenuto in fraternità! Come aiutare l’Africa a rinascere con le sue menti e le sue braccia?

Intervista a Guido Ghio, fondatore della ONLUS "Zomkom"

"Zomkom" benvenuto in fraternità! Come aiutare l’Africa a rinascere con le sue menti e le sue braccia?

Abbiamo incontrato Guido Ghio che ci ha raccontato la sua storia in Burkina Faso. Per oltre un ventennio è stato a capo di un progetto con scopi umanitari diretti principalmente all’Africa e che grazie ai risultati ottenuti, oggi a 84 anni, auspica che si possa fare ancora di più. La missione ebbe inizio nel 2001, quando Guido cominciò a raccogliere intorno a sé un piccolo gruppo di amici con lo scopo di creare e diffondere quel valore aggiunto che nessuna crisi economica potrà mai eliminare, poiché risiede nelle persone: l'aiuto umanitario. Una ricchezza resa ancora più bella e preziosa dalla molteplicità dei luoghi e dalla diversità di culture e credo religiosi.

Da cosa è nato questo progetto?

"Abbiamo scelto di concentrare le nostre forze sul concetto di aiutare le persone meno abbienti a casa loro nel rispetto di costumi e tradizioni. Il progetto realizzato è una piccola grande cosa. Piccola perché non risolve certo il problema dell’Africa, grande perché può essere un esempio concreto di come agire. Rendendolo noto può forse andare in mano a qualcuno che possa agire su scala maggiore".

Come è stato il suo primo impatto in terra africana?

"In Burkina Faso siamo arrivati nel 2001 e nella capitale Ougadougou abbiamo incontrato Congò, un intelligente giovane africano che ci ha accolti e ha organizzato un’escursione di un giorno. Eravamo in quattro. Dopo una decina di Km uno di noi si è accorto di aver dimenticato il telefonino su un’auto vicina alla nostra. Pazienza, siamo tornati sul posto e il telefonino era stato posato su un muretto. “Perché stupirsi?” ha commentato Congò “ Il nome del nostro Paese si traduce in: "Il Paese degli Onesti". Tutto sommato per noi è stato un buon inizio".

Quali sono state le attività che avete svolto nell'arco di quasi un ventennio?

"Nel 2002 siamo tornati in Burkina e Congò ci ha accompagnati nel suo villaggio: Nanmassa. Gente povera e dignitosa. Avevano come tanti un problema: l’acqua. Le donne dovevano fare giornalmente 14 km con 30 kg sul capo per approvvigionarsi. Una volta rientrati a Torino abbiamo dato vita ad un’Associazione che abbiamo chiamato "Amici di Nanmassa". Alla richiesta di fondi molti amici da tutta Italia hanno risposto generosamente. Nel 2003 abbiamo così realizzato la perforazione di un pozzo: acqua potabile abbondante a 60 metri. Congò, una volta ultimate le opere idriche ci ha scritto: “sapevo che l’acqua era importante ma non pensavo che avrebbe portato una nuova vita. Gli occhi di tutti brillavano, i bambini erano più allegri, le donne più belle, gli uomini vedevano una vita più sicura!”. Nel 2004 siamo tornati al villaggio e la donna più anziana ha abbracciato e baciato mia moglie Marcella, dicendo: “Ma si rende conto che dopo 50 anni ho l’acqua lì a 50 metri?” Nel frattempo abbiamo dotato altri cinque villaggi della zona di pozzi: l’acqua è sempre la prima necessità. E a Toécé, il capoluogo abbiamo dato un tetto a disabili e ciechi, costretti a vivere in capanne. Tante volte mi sono chiesto se ne valesse la pena proseguire. Oh se ne valeva la pena... dopo aver visto in quella gente tanta felicità. Con la consulenza di Alberto Salza, antropologo africanista, ascoltando le necessità espresse dai locali, applicando sempre il Consenso Informato, per non fare i tanti errori visti in Africa, abbiamo realizzato negli anni successivi: un microcredito alle donne, un mulino e un asilo per lasciar libere le donne di dedicarsi a diversi lavori, un dispensario con dieci letti, ma soprattutto una scuola per 300 bambini. Avevamo individuato nel settore del supporto all'istruzione primaria la priorità dei nostri interventi. L'istruzione è il futuro di ogni Paese. Grazie all'aiuto di una Fondazione di Roma che ha apprezzato il nostro progetto e ci ha finanziato la totalità dell’investimento previsto, a novembre del 2012 siamo riusciti a mandare tutti a scuola!".

Su quali aiuti potete oggi contare?

"Ad oggi, tirando le somme, abbiamo cambiato la vita a 4.500 persone che possono mandare tutti i figli a scuola, far fronte a spese per farmaci, migliorare la dieta e le condizioni di vita. Da parte nostra abbiamo investito tutto il denaro raccolto con spese di organizzazione del solo 3%. Alla domanda fatta a caso a qualcuno del villaggio “Ti piacerebbe venire in Italia?” la risposta è stata “Perché mai?” I bei risultati finora ottenuti invitano a proseguire. Però servono soldi. Le passate circostanze fortunate non si sono più ripetute e nel 2013 abbiamo pensato di dover ricorrere al 5 per mille e per partecipare abbiamo fondato una ONLUS, che abbiamo chiamato "Zomkom", dal saluto che le donne del Burkina danno all’ospite offrendo una calebassa con acqua, miglio e zucchero con il significato di Benvenuto in Fraternità. Purtroppo però non basta, anche perché abbiamo bisogno di ulteriori fondi per proseguire nei vecchi progetti e crearne di nuovi. Non possiamo sempre e solo contare sulla generosità delle nostre amicizie, serve qualcos'altro".

Per saperne di più sui progetti in corso nel Burkina Faso visitate il seguente link: http://www.zomkomonlus.com/.

Maurizio Losorgio

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