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Attualità | 11 novembre 2019, 17:48

Ex Roma di Finalborgo verso la vendita? Folco: "Valutiamo attentamente le ricadute in termini di identità del territorio"

L'esponente di "Le Persone al Centro": "Sì al turismo culturale e congressuale, no a un Borgo trasformato in una Disneyland senza vita"

Ex Roma di Finalborgo verso la vendita? Folco: "Valutiamo attentamente le ricadute in termini di identità del territorio"

È di questi giorni la notizia (al momento in cui scriviamo puramente ipotetica) di un verosimile interesse da parte di un grande gruppo alberghiero internazionale per gli spazi dell’ex-Roma a Finalborgo, a fronte di possibili investimenti fino a due milioni di euro.

Solo voci al momento, certo. Ma se tutto ciò si concretizzasse, come cambierebbero “le storie e le geografie” finalborghesi?

A fare squillare un campanello d’allarme è Paolo Folco, che rappresentava il Borgo nella lista “Le persone al Centro” capitanata dal candidato sindaco Massimo Gualberti.

Commenta Folco: “Mi sono sempre detto favorevole al turismo culturale e congressuale e capisco le potenzialità economiche e di visibilità che garantirebbe al Borgo un albergo in pieno centro cittadino e in un palazzo storico. Al tempo stesso, però, vedrei più opportuno controbilanciare l’attenzione all’imprenditoria turistica con proposte che valorizzino l’autenticità e tipicità del luogo. Vendere il Roma solo per far cassa? Azzardare una equazione albergo Roma aperto uguale turismo congressuale? Quest’ultima, poi, mi sembra una boutade paragonabile all’infausto slogan ‘Finale, niente di più’, fortunatamente già dimenticato”.

Paolo Folco torna quindi a sottolineare un tema sul quale si batte da anni: “Vorrei evitare quel fenomeno che spesso ho definito come la ‘disneyzzazione’ o la ‘presepizzazione’ del nostro Borgo. Oggi nel fine settimana il centro è preso d’assalto dal ‘turismo dell’aperitivo’ e dal turismo sportivo e, come ho sempre detto, ben venga chi dimostra volontà imprenditoriale e voglia di lavorare, ma non possiamo continuare ad aprire solo bar e negozi di articoli sportivi a fronte di una chiusura delle botteghe di servizio. Perché, se dal punto di vista puramente statistico siamo sempre 1 a 1, per ogni attività che chiude ne nasce una nuova, da un punto di vista storico, culturale, di passeggio, di identità e di tipicità perdiamo tutto. In tempi recentissimi abbiamo visto chiudere: un fiorista, una galleria d’arte, una latteria, una bottega artigiana, negozi di abbigliamento e scarpe. Non sto parlando di tornare alla Finalborgo di venti o trenta anni fa, ma vorrei guardare al futuro vivendolo nel pieno rispetto e amore per il nostro passato”.

Qui Paolo Folco ribadisce quel tema che sta studiando da tempo: “Finalborgo ha perso via via tantissime realtà che formano il tessuto sociale di un contesto cittadino: gli uffici amministrativi, il tribunale, l’abolizione delle Comunità Montane e non certo ultima la chiusura di Porta Testa che ha penalizzato, come detto più volte, i flussi dal nostro entroterra. Oggi, in questo lunedì di novembre, lo scenario è malinconico: se la vita pullula di sportivi e di clienti che sorseggiano l’aperitivo nel weekend, in settimana le vie sono deserte proprio a causa della mancanza di tutti i normali aspetti di vita cittadina”.

“Questo fenomeno – ci spiega Folco – è stato battezzato dagli economisti inglesi con il nome di gentrificazione. Purtroppo stiamo assistendo già a una gentrificazione di seconda generazione: non solo sparisce il senso di vitalità cittadina dato dai residenti e dal comprensorio, ma stanno sparendo persino i più affezionati turisti di lunga data che non si ritrovano più nel ‘loro vecchio borgo’, a danno di una polverizzazione ulteriore della collettività”.

A questo punto, dopo l’analisi, la proposta: “Credo molto nella rinascita degli edifici storici come polo aggregativo grazie all’installazione al loro interno di uffici e servizi. Questo potrebbe essere un potenziale utilizzo dell’ex Roma ma anche del Collegio Aycardi”.

Anche su questa struttura Folco ha una proposta: “Perché non riprendere in esame l’ipotesi di riportare le scuole elementari, un suggerimento che ha preso forma più volte negli ultimi cinque anni? Quale modo migliore per animare la vita cittadina del riportare in loco i nostri giovani e giovanissimi? Penso, a tal senso, alle nobili e legittime battaglie condotte dai rioni di Finalpia e di Varigotti per tutelare i propri asili”.

Conclude Folco: “Sono tutti temi che dovrebbero animare una discussione, invece mi domando: da quanto tempo non si riunisce la Consulta del Turismo, se non esclusivamente per approvare in modo ancillare le linee guida del CLT? La Consulta Ambiente e Territorio su quella che potrebbe essere una ulteriore trasformazione così epocale del Borgo come l’alienazione di un bene storico è stata interpellata? Perché questo silenzio su questi temi? A volte mi sembra di vivere in un mondo distopico nel quale tutti corrono per accaparrarsi la cabina di prima o di seconda classe con vista sull’oceano a bordo del Titanic senza accettare il fatto che lentamente stiamo affondando tutti”.

Al termine della disamina economica, Folco termina con una riflessione di carattere umano: “In questi giorni di dibattiti su assegnazioni e intitolazioni di luoghi cittadini ci si sta colpevolmente dimenticando dell’ingegner Ugo Mazzarelli, al quale è dedicata solo una targa all’interno dei Chiostri. Fu il primo a capire le potenzialità della bellezza dei nostri luoghi e per questo meriterebbe un giusto ricordo”.

Alberto Sgarlato

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