"I certificati medici per malattia per il ritorno a scuola sono un'assurdità, una follia che vanifica gli sforzi nella gestione di questa emergenza". Così il dottor Michele Fiore, segretario regionale della Federazione Medici Pediatri della Liguria. Secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020, per i bambini e i ragazzi che torneranno nelle aule dopo cinque giorni di malattia torna obbligatorio il certificato che ne attesti la guarigione. La questione ha messo in subbuglio i dirigenti scolastici e i genitori degli studenti, ma soprattutto ha innescato un viavai ingestibile negli ambulatori. E pericoloso dal punto di vista della salute pubblica; esattamente il contrario degli intenti espressi dal documento ministeriale.
"Benché limitati temporalmente, questi certificati in un momento così delicato sono una costrizione assurda, una contraddizione in termini - commenta il dottor Fiore - Sono quanto di più lontano vi sia dalle raccomandazioni di tutte le società pediatriche e istituzioni scientifiche. I pediatri hanno ricalibrato l'attività ambulatoriale e aderito a tutte le direttive, con fatiche enormi per evitare l'affollamento degli studi, mentre questa corsa ai certificati sta sortendo l'effetto esattamente opposto".
Sino al prossimo 15 marzo la riammissione nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia di durata superiore a cinque giorni deve avvenire dietro presentazione di certificato medico, "anche in deroga a misure vigenti", specifica il decreto. Una misura "scientificamente infondata": così è stata bollata dal medici di famiglia della Fimmg. Un'incombenza controproducente proprio perché aumenta i contatti, che invece ovviamente andrebbero limitati. Sulla stessa linea è la Federazione dei Pediatri.
In Liguria questo genere di obbligo era stato eliminato nel 2006. E ora si attendono delucidazioni dall'Assessorato ligure alla Salute, che interverrà per interpretare meglio la questione e fornire indicazioni più precise e contestualizzate.
Spiega il pediatra Fiore: "Si tenga conto che i bambini assenti prima della settimana del blocco emergenziale erano tantissimi. Ho sentito di colleghi alle prese con un numero dai 15 ai 30 certificati al giorno. Si può ben immaginare la situazione. In questo momento le sale d'attesa dovrebbero essere prevalentemente vuote. Abbiamo anche tolto i giocattoli e fatto di tutto per scongiurare l'assembramento. Questo assalto ai certificati, invece, sta producendo un surplus di lavoro che si traduce in numero maggiore di persone che possono avere contatti ravvicinati. Ma per un fatto inutile. Ne va della salute di bambini e adulti".
Sulla ripresa delle lezioni in Liguria a partire da lunedì prossimo, 2 marzo, ancora non c'è certezza. Restano sospesi sino al 15 marzo gite scolastiche e viaggi d'istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e altre azioni di gruppo che potenzialmente possono esporre al contagio. Ancora nebulose eventuali iniziative di "attività didattica a distanza", caldeggiate dalla ministra Azzolina.
Ma il cruccio di famiglie e medici, ora, è soprattutto il certificato per malattia per assicurare il rientro degli studenti nelle scuole. "Stanno chiedendo adesso i certificati per lunedì, quando nemmeno ancora si sa se le lezioni riprenderanno la prossima settimana. Con il rischio di avere un certificato nullo, da rifare la settimana successiva - conclude il pediatra, segretario della F.I.M.P. - E' il parossismo. Siamo in contatto con l'assessore alla Salute, Viale, che sta elaborando le nostre istanze e auspichiamo che la Liguria segua l'esempio di altre Regioni, che si stanno attivando per rettificare questa situazione contraddittoria".