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Attualità | 03 aprile 2020, 10:30

Venerdì con... #Immaginafamiglie. Non andare in panico!

L'associazione con sede ad Albenga oggi ci guida per mano facendoci conoscere e affrontare alcuni stati d'animo purtroppo diffusi in questo periodo di quarantena da Coronavirus

Venerdì con... #Immaginafamiglie. Non andare in panico!

Ansia, panico, stress, depressione, tristezza, malinconia, sono sulla bocca di tutti in questo periodo. Stare a casa, forse, ci sta dando più tempo per ascoltare le nostre emozioni e i nostri pensieri. Il difficile arriva però quando ne abbiamo paura o sentiamo di non avere più il controllo su essi.

Per questo vorrei fare un po’ di chiarezza tra quelli che sono veri e propri disturbi, ansiosi e dell’umore, e ciò che la maggior parte di noi sta vivendo in queste settimane così difficili. In primo luogo bisogna fare un distinguo tra sentire e umore: ciò che sentiamo sono reazioni positive o negative legate ad un’esperienza, si tratta di un’esperienza profonda ma transitoria; l’umore invece è un termine che indica uno stato prevalente e prolungato.

Il termine emozione viene invece utilizzato per indicare gli aspetti fisiologici e psicosomatici che sono concomitanti ad un umore. Ecco come il criterio temporale ci viene in aiuto per capire cosa ci sta succedendo: rischiamo di sviluppare un disturbo ansioso o dell’umore o i nostri stati d’animo sono riconducibili alla situazione contingente? È chiaro che non esiste una risposta univoca: ognuno di noi dovrebbe riflettere sulle sue capacità di gestione delle emozioni, sulla sua storia personale (ossia come in passato reagiva a situazioni di forte stress) e familiare (se, ad esempio, ci sia familiarità per tali disturbi).

In una situazione come quella che stiamo vivendo, ossia di reclusione forzata e cambiamento totale delle nostre abitudini, è sicuramente vincente un locus of control delle emozioni interno, ossia “provo ansia per ciò che mi sta accadendo ma la posso controllare, dipende da me”. È vero anche che non è possibile avere il controllo sugli eventi esterni, ma per non sentirci in balia di essi dovremmo appunto riportare il focus su di noi e su quello che, invece, possiamo controllare. Un altro aspetto che ci può aiutare a comprendere meglio ciò che proviamo è considerare quale “impatto” ha ciò che sentiamo sulla nostra vita quotidiana, ossia quanto alcune emozioni disfunzionali, come appunto l’ansia, la paura, o la tristezza, interferiscano nelle nostre relazioni e nelle nostre azioni.

Pensate a come depressione o ansia siano profondamente invalidanti nella vita delle persone che ne soffrono: la prima si manifesta con tutta una serie di sintomi fisici (insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento motorio, aumento o perdita dell’appetito…) e psichici ( mancanza di energie, ridotta capacità di pensare, pensieri ricorrenti di morte…), e la seconda ha come manifestazione più grave l’attacco di panico che fa sperimentare la paura di impazzire o di morire. Con questo non voglio dire che non sia possibile sperimentare sintomi tipici di ansia o depressione anche se non si è mai sofferto di una o dell’altra.

È però più plausibile che stiate sperimentando in alcuni momenti della giornata uno stato di disforia, ossia di irritabilità e di disagio. Quando questi stati d’animo subentrano cercate di rendervi conto di come e quanto vi condizionano (per esempio, vi viene da piangere ma dopo averlo fatto vi sentite meglio, oppure l’angoscia e il senso di oppressione vi danno un senso di pesantezza fisica che difficilmente si risolve). Potreste, per esempio, tenere un diario emozionale, un semplice quadernino in cui annotare le oscillazioni dell’umore che sperimentate durante la giornata. Tale compito è utile per registrare in quali momenti si sta peggio, oppure quali sono le piccole azione quotidiane, hobby, gesti che ci fanno sentire meglio. Scriverli ha una funzione immediata di scarico della tensione ma anche una funzione a lungo termine di metacognizione, ossia di “pensiero sul pensiero”. Un’ulteriore distinzione si può fare tra ANSIA DI STATO E ANSIA DI TRATTO: la prima indica l’esperienza contingente all’ansia in un particolare momento, probabilmente come reazione alle circostanze. L’ansia di tratto è una tendenza nel tempo, forse da sempre, ad affrontare tutte le vicissitudini della vita con un eccessivo grado di ansia.

Ecco come quella che stiamo vivendo è sicuramente una circostanza anomala , legata all’ansia di stato, ma cionondimeno il sentimento di costrizione che sperimentiamo è sicuramente molto simile a quello riconducibile all’umore ansioso. In questo momento di grande confusione come possiamo occuparci quindi del nostro benessere psichico? La risposta è sempre una: prevenzione. È molto più semplice intervenire sul malessere e arginarlo quando è agli inizi, quando cioè la sua portata non è ancora invalidante sulla nostra vita. Quindi, se questo periodo di blocco forzato vi ha portato a riflettere maggiormente su di voi e su ciò che sentite e se ci sono degli aspetti che sfuggono dal vostro controllo provocandovi malessere, la cosa più giusta da fare è parlarne con un professionista della salute mentale, per far sì che dopo non sia troppo tardi.

Ricordiamo che lo sportello INFORMALEFAMIGLIE presso la sede in lungocenta 12 è chiuso in relazione ai dispositivi di protezione e contenimento del contagio Covid 19. A partire da lunedì 6 aprile aprirà una versione dello sportello On line per arrivare alle nostre famiglie e proporre un' alternativa all'isolamento che tutti stiamo vivendo in questo momento. Per dettagli seguiteci sulla pagina FB IMMAGINAFAMIGLIE.

Autore di questo articolo:

Valera Pavan, psicologa psicoterapeuta Sistemico relazionale e terapeuta famigliare e socia fondatrice dell' APS ImmaginaFAMIGLIE.

Sono la Dott.ssa Valeria Pavan una terapeuta accogliente e empatica, curiosa delle storie dei miei pazienti e motivata a guidarli nel cambiamento. Il mio approccio terapeutico si basa sulla "cura" delle relazioni. I problemi delle persone sono problemi di relazione e pertanto il mio approccio si incentra sulla modifica di modelli relazionali non funzionali. Elaboro percorsi volti alla soluzione di disturbi psicologici quali ansia, depressione, fobia, insonnia, stress, ma anche crescita personale. La curiosità, lo sguardo ampio sul problema, la capacità di mostrare al paziente altri punti di vista. Prendo il mio lavoro molto seriamente, non do risposte affrettate e sopratutto cerco di condurre il paziente alla ricerca della risposta che fa per lui. Il lavoro terapeutico con me è senza dubbio il primo passo per cambiare ciò che non vi fa stare bene.

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