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| 17 aprile 2020, 17:30

"Classe media spappolata": il Movimento delle Saracinesche si attiva contro la crisi. Parla Marino Poerio (VIDEO)

Le "saracinesche" di Genova e d'Italia si sono riunite nel MOSA e hanno preparato 7 richieste per il Governo. Il fondatore Marino Poerio: "Noi siamo l’avanguardia tragica del sistema”

Marino Poerio

Marino Poerio

Parla in modo pacato, ma fermo e con la sicurezza di chi ha alle spalle anni di studio e di esperienza, non solo in un locale, ma anche nell’ambito della comunicazione. Si tratta di Marino Poerio, che nel pieno centro di Genova ha aperto per passione, da ormai 5 anni, un forno-pizzeria (segnalato dal Gambero Rosso) in salita di Porta Soprana, e che ha deciso di metterci la faccia e la voce, in questa situazione emergenziale, per farsi portavoce del malessere di commercianti e artigiani. Ma non solo. Infatti ha fondato il MOSA-Movimento delle Saracinesche, per parlare a nome di tutti i lavoratori, non solo di chi ha un negozio, ma anche di chi lavora in ambito artistico, di chi ha una palestra o gestisce un cinema. E dopo due sole settimane gli iscritti al gruppo Facebook del MOSA sono ben 4 mila.

Perché, appunto, come spiega, “noi siamo l’avanguardia tragica del sistema”, e per questo le metaforiche saracinesche genovesi e italiane di ogni settore hanno deciso di unire le forze, per fare una proposta che “va contro agli interessi economici del sistema”. E che ha spiegato così:

 

In sintesi, quindi, si tratta di 7 punti fondamentali, inderogabili, che vengono chiesti al Governo e che, se non rispettati, porteranno a una manifestazione di piazza a Roma: stop alle locazioni commerciali, cancellazione delle tasse, proroga delle Cassa Integrazione ed eliminazione degli oneri contributivi dei dipendenti, annullamento delle commissioni bancarie, blocco alle nuove licenze commerciali per il 2020 e attivazione dell’Helicopter Money, su esempio americano, con accreditato sul conto corrente di tutti i cittadini maggiorenni di una cifra congrua e adeguata per fare ripartire l’economia.

Perché “l’impulso a spendere viene dalla tranquillità, oltre che dal benessere, cosa che oggi non c’è. Noi non siamo che l’avanguardia di chi sta male, di una classe media spappolata”.

E non agevolata nemmeno dalla possibilità di acquistare e vendere online. Infatti “Con le consegne – prosegue Poerio – non si pagano le bollette. Per esempio la piattaforma che uso mi chiede il 35%. La visione secondo cui i commercianti lavorano bene con le consegne è distorta”. Anche perché non tutti erano pronti e organizzati, prima dell’emergenza coronavirus, per questa tipologia di lavoro: “non ero strutturato, ho dovuto ripensare al mio prodotto, dal momento che preparo cibo per il pranzo da consumare qui, dove ora non viene nessuno, durante la pausa pranzo”.

Perché adesso che siamo tutti a casa, a fare smartworking, ed essendo anche italiani e amanti della cucina “o cuciniamo o compriamo una busta preconfezionata, per risparmiare”.



 

Medea Garrone

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