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Attualità | 22 aprile 2020, 07:30

Savona, gli esercenti della Darsena pensano al dopo Coronavirus e lanciano una proposta: "Zone libere, con piani di sanificazione e presenza di steward"

Una lettera è stata mandata al comune, all'Autorità Portuale e al demanio: al centro la Darsena e la creazione di un 'villaggio' salubre ed idoneo ad un servizio diffuso di ristorazione facendo rispettare le norme di distanziamento e di sicurezza

Savona, gli esercenti della Darsena pensano al dopo Coronavirus e lanciano una proposta: "Zone libere, con piani di sanificazione e presenza di steward"

Realizzare sulle aree ad accesso pubblico, di proprietà del comune del demanio e dell’Autorità portuale, zone di accoglienza libere garantite da piani di sanificazione e con presenza di steward anche a servizio dei pubblici esercizi.

Questa la proposta dei pubblici esercenti della Darsena di Savona che rappresentati da Luca Mantovani, ristoratore del porto da circa 20 anni, hanno inviato questa progetto "Save e Safe" di servizio accoglienza diffuso tramite una lettera al sindaco Ilaria Caprioglio, all'assessore al commercio Maria Zunato, a Paolo Canavese, direttore dell'Autorità di Sistema Portuale di Savona, Mariano Rosasco dei Servizi Portuali, Luca Sanna dell'Agenzia Regionale Demanio Marittimo e al comandante della polizia locale Igor Aloi.

Un'idea nata in questo difficile momento legato all'emergenza Coronavirus, con il pensiero rivolto alle prossime riaperture quando si darà vita alla fase due per il quale sarà in studio il rispetto delle distanze e un'operatività in sicurezza. 

"Ci troveremo incontro appena ripartiremo ad un problema legato agli spazi, mi sono immaginato ad esempio i primi di giugno dove gli accessi agli stabilimenti balneari saranno limitati, i savonesi si dirigeranno nelle varie zone della città ma non ci saranno aree dove potranno stazionare. In Darsena gli spazi ci sono bisogna sfruttarli" spiega Mantovani.

Gli avventori, secondo l'iniziativa,  potrebbero liberamente prenotare un tavolo con i soli oneri di sanificazione eventualmente acquistare e farsi consegnare in formula Take Away cibi e bevande da parte dei ristoratori della Darsena che aderiranno al servizio.

"Le generose dimensioni, la propensione alla sorvegliabilità dovuta alla conformazione raccolta della vecchia Darsena si prestano in maniera ottimale alla creazione di un 'villaggio' salubre ed idoneo ad un servizio diffuso di ristorazione - proseguono nella lettera - Siamo consapevoli che la fase necessità di una pianificazione attenta per garantire lo sforzo che la città di Savona ha fatto in questi anni per la riqualificazione dell’area e contemporaneamente rispettare norme di sicurezza ambientali e di distanziamento".

 L’allestimento delle aree attrezzate sarà eseguito utilizzando attrezzature che, per esigenza di spazio, non potranno essere utilizzate dai ristoratori in uso esclusivo o da altre soluzioni con basso impatto economico. 

E' in studio anche la realizzazione di una app per il servizio prenotazione, ordine, pagamenti, gestione pulizia e igienizzazione delle aree che permetterà di gestire costi e operatività del servizio.  

Le aree interessate saranno il perimetro della Darsena lato via Gramsci, via Calata Sbabaro, via Baglietto, Piazza d’alaggio, Piazza Calabresi e le terrazze Crescent.

"Non è un'iniziativa fatta per speculare, lo dico perché a luglio la Darsena verrà invasa, ci faranno i controlli e ci faranno chiudere perché ci saranno grandi assembramenti. Si tratta di una fiera di salvaguardia morale, un progetto di salvezza. Se non facciamo questo a Ferragosto facciamo una 'festa' di chiusura della Darsena. Creiamo uno spazio per tutti" conclude Luca Mantovani.

Luciano Parodi

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