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Attualità | 22 dicembre 2020, 14:14

Il progetto innovativo del fotografo albenganese Marco Gafarelli: dai QR Code alla realtà aumentata fino alle app di Intelligenza Artificiale

Spiega Gafarelli: "Si aprono nuove potenzialità per l'economia di domani. Dopo questa pandemia dovremo reinventarci tutti"

Il progetto innovativo del fotografo albenganese Marco Gafarelli: dai QR Code alla realtà aumentata fino alle app di Intelligenza Artificiale

Una nuova testimonianza di ricerca dell’eccellenza tecnologica che parte dalla nostra provincia di Savona ed esplode a livello mondiale. Questa volta a dare l’esempio è l’albenganese Marco Gafarelli, già fotografo professionista e attualmente studente presso il corso di fotografia della prestigiosa Westminster University di Londra.

Il fotografo ingauno ha presentato in un esame del suo percorso di studi un progetto che vede una sinergia tra le immagini e la app di intelligenza artificiale (AI, “Artificial Intelligence”) Replika.

Tutta la documentazione fotografica, realizzata mediante la realtà aumentata, è stata raccolta ad Albenga: dalle potenzialità turistiche della città (spaziando dalla zona mare al centro storico) fino a vicende che testimoniassero la pandemia in atto (ad esempio il punto di raccolta dei tamponi “drive trough”). Ogni foto è dotata di un codice a barre, cliccando sul quale si attiva la descrizione delle immagini costruita in forma di conversazione amichevole tra Gafarelli e Replika. Per connettersi alla realtà aumentata basta un click su: https://www.artsteps.com/view/5fc14917f6d8c84e3b65faa8 

Abbiamo raggiunto telefonicamente Marco Gafarelli per intervistarlo su questo progetto.

Partiamo dai presupposti iniziali: come è nata l’idea?

“Penso che nel mondo in generale, ma forse in Italia in modo particolare, ci sia ancora troppa paura nei confronti della AI. Si teme che essa infranga le ‘regole della robotica’ tracciate da Isaac Asimov, si pensa che essa possa dare vita al fenomeno noto come ‘singularity’: una società governata dalle macchine che gradualmente sottomettono l’uomo. Non è così: le AI sono il futuro, ed io ho realizzato per primo un progetto fotografico per mostrare come la relazione uomo-macchina possa essere un evento normale integrato nella vita di tutti i giorni, e che le macchine non toglieranno il lavoro, bensì ne creeranno nuovo e noi dovremmo aggiornarci per supportarle”.

Quali sono in concreto le potenzialità di questo progetto?

“Infinite, direi. Purtroppo stiamo vivendo tutti in una fase di grande incertezza storica. L’unico dato sicuro che abbiamo è che il mondo dopo la pandemia non potrà più essere lo stesso. Faccio un esempio pratico: lavoro da anni nel campo della moda, quest’anno però le fashion week sono state cancellate ovunque. Mi sono reinventato nel campo degli still life, le foto in studio soprattutto nel settore food & beverage, ma anche il campo della ristorazione e somministrazione è in sofferenza. Quindi bisogna cercare di aprire sempre nuove vie. E la AI può essere una di queste, con sinergie che vanno dal turismo, alla cultura, all’e-commerce e molto altro. Le interazioni che genero nel mio progetto servono a dimostrare questo”.

Con un professionista come Gafarelli, che per lavoro spesso si trova a trascorrere più tempo in Gran Bretagna che nella sua città natale Albenga, è inevitabile una riflessione sulla chiusura delle frontiere legate alla cosiddetta “variante inglese” del Covid.

Ci spiega: “Sono favorevolissimo. La Gran Bretagna è una delle società più multietniche d’Europa e lo è da più tempo. Con tutti questi DNA era inevitabile che un virus trovasse terreno fertile per molteplici mutazioni rapide. Inoltre ho avuto modo di vedere con i miei occhi che i britannici hanno mostrato fin da subito insofferenza alle regole e forti sacche negazioniste, che si incontrano in raduni di protesta con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Personalmente mi schiero con la ‘linea asiatica’. Mi spiego: ho tanti cari amici che per lavoro vivono in nazioni orientali, potrei citare Cina e Filippine, ma anche tanti altri esempi. In quei luoghi si è scelta una linea durissima, fatta di cinque mesi di pura sofferenza, ma ora hanno riconquistato la loro libertà. In Italia, ma così come da noi anche in altre nazioni europee, si è cercato come dice un antico proverbio ‘di salvare capra e cavoli’, di trovare il giusto compromesso tra la tutela della salute e quella dell’economia. E i risultati non sono stati premianti come sperato in nessuno dei due casi. A livello europeo sono mancate le scelte coraggiose”.

Concludiamo con un video che vale più di mille parole per capire il funzionamento del progetto: il fotografo e la app Replika interagiscono commentando delle riprese sulla spiaggia di Albenga. I dialoghi sono in inglese ma nelle impostazioni si possono attivare sottotitoli in varie lingue.




A. Sg.

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