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Attualità | 23 dicembre 2020, 15:48

Disagi economici nel Savonese: "Siamo a Natale e sto ancora aspettando la cassa integrazione del lockdown"

La testimonianza di una persona che lavora in una impresa di pulizie: "Mi sono rivolta all'azienda, all'INPS, all'Ispettorato del lavoro. Nessuno mi offre spiegazioni"

Disagi economici nel Savonese: "Siamo a Natale e sto ancora aspettando la cassa integrazione del lockdown"

“Dopodomani è Natale, ma io sto ancora aspettando la cassa integrazione per il periodo del lockdown”. Questo è il grido di dolore di una persona che lavora nel settore delle pulizie in attività commerciali del comprensorio savonese.

Abbiamo contattato la protagonista di questa vicenda che ci riassume i fatti: “Come ormai tutti sanno, il 10 marzo in linea con il DPCM si sono abbassate le serrande dei negozi. Ho atteso una comunicazione sulle procedure di cassa integrazione dall’azienda per cui lavoro, ma per almeno un mese silenzio totale. Dopo mie ripetute insistenze mi viene consegnato un numero di protocollo relativo alla richiesta di cassa integrazione, che risulterebbe emessa il 9 aprile.

A giugno arriva la busta paga immediatamente pre-lockdown, nella quale è riportato tra le varie voci che tra marzo e aprile sarei stata in ferie. Vorrei sapere quali ferie, dal momento che tutta l’Italia era bloccata in casa e non si poteva viaggiare”.

Prosegue dunque così l’odissea della donna: “Provo a contattare l’INPS, la quale mi risponde che devo fare riferimento esclusivamente o all’Ufficio personale della sede di zona della mia azienda, o alla sede nazionale, che si trova nel Centro Italia. Le mie lunghe attese ai call center non trovano risposta finché, a fine estate, l’ufficio personale annuncia che non risponderà più ad alcun tipo di domanda sulla cassa integrazione perché ormai tutto ciò che si poteva fare è stato fatto.

Mi rivolgo quindi all’Ispettorato del lavoro, ma anche in quel caso dopo un sopralluogo nel quale gli ispettori raccolgono alcune dichiarazioni, scende il silenzio. A una mia richiesta di informazioni, l’Ispettorato replica che essendo una pratica ancora aperta, non mi può essere fornito alcun accesso agli atti”.

Conclude la donna: “Sto perdendo ogni speranza. Quando provo ad avere informazioni su quello che sarebbe un mio diritto, l’unica risposta che ho dall’azienda è ‘Pensi a fare il suo lavoro’. Inizio a temere che la richiesta di cassa integrazione non sia nemmeno mai stata inoltrata o che comunque qualcosa non sia andato a buon fine”.



Redazione

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