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Attualità | 26 novembre 2021, 11:14

Ponteggi "infiniti" ad Altare, il Comitato Riqualificazione Aree Ex-Savam presenta un esposto

"La presenza di impalcature ogni limite di tempo costituisce un deturpamento della bellezza e della dignità dello spazio cittadino" spiegano dall'associazione

Ponteggi "infiniti" ad Altare, il Comitato Riqualificazione Aree Ex-Savam presenta un esposto

"Impalcature perenni che da strumenti di lavoro vengono invece usate per non fare i lavori". Nei giorni scorsi il Comitato Riqualificazione Aree Ex-Savam ha presentato un esposto agli enti di vigilanza. 

"Esistono alcuni beni immobili all'interno dell'area comunale di Altare, perlopiù vincolari ai sensi del D.Lgs. 42/2004 in materia di beni culturali che ormai da tempo immemorabile sono circondati da impalcature, ponteggi metallici, tavolati e/o da reti e recinzioni da cantiere" si legge nell'esposto indirizzato alla Soprintendenza ai Beni Culturali della Liguria, al comune di Altare, al comando di polizia municipale i Altare, alla stazione dei carabinieri sempre di Altare e al Prefetto di Savona. 

Tra gli immobili in questione, spiegano dal Comitato, oggetto di specifico decreto di vincolo, figurano il complesso ex fabbrica SAVAM, la zona della stazione (piazzale e il fabbricato viaggiatori) e il complesso fortificato dello sbarramento di Altare - Forte Tecci (impalcature in corrispondenza degli imbocchi della galleria sulla ex SS n. 29).

"Come noto - si legge sempre nell'esposto - le opere provvisionali possono essere lecitamente utilizzate per scopi momentanei, mentre la loro permanenza ogni limite temporale costituisce un deturpamento della bellezza e della dignità dello spazio cittadino. Soprattutto quando incombono o sono visibili nelle sue parti di uso collettivo, violando cosi  i più basilari concetti estetici, morali e verosimilmente anche quelli normativi. Non è più tollerabile che tali installazioni vengano impropriamente impiegate in sostituzione dei lavori edilizi necessari a conservare o mettere in sicurezza il bene per mera economicità dei proprietari ed a discapito del preminente interesse pubblico". 

"Tutti i titoli edilizi previsti dal D.P.R. 380/2001 hanno comunemente una durata di tre anni e il permesso di costruire può essere prorogato per comprovati casi eccezionali. La presenza ormai permanente di queste strutture costituirebbe un intervento edilizio di 'nuova costruzione' ai sensi dell'art. 3 comma 1 lettera c) del decreto, in quanto si tratterebbe di manufatti edilizi fuori terra (lettera e.l) e/o dell'installazione di manufatti leggeri oltre il concetto di mera temporaneità (lettera e.5). Di conseguenza sarebbe necessario uno specifico titolo edilizio per poterle considerare legittime, in quanto non più giustificabili da oggettive esigenze ausiliarie di cantiere, quali sono intese per loro natura".

"Anche ai sensi del D.Lgs. 42/2004, il lungo tempo trascorso impedirebbe di considerarle strettamente necessarie a dar corso agli interventi urgenti di cui all'articolo 27 del decreto, mentre concretizzerebbero interventi vietati ai sensi dell'art. 20 poiché produttivi di un uso non compatibile con il carattere storico o artistico di detti beni. In ogni caso sarebbe necessaria una specifica autorizzazione per ritenere legittime tali alterazioni esteriori in modalità permanente". 

Con questo esposto, il Comitato chiede "un'attenta attività di verifica da parte degli enti competenti e l'adozione dei dovuti provvedimenti di legge". 

Redazione

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