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Attualità | 10 settembre 2023, 18:20

Catena umana sulle coste del savonese, le reazioni politiche: "Non esistono liguri di Serie A e di Serie B, non si possono mettere tutte le schifezze negli stessi posti"

I commenti di Sansa e Candia, Arboscello (Pd), il M5S e il presidente del consiglio comunale Franco Lirosi

Catena umana sulle coste del savonese, le reazioni politiche: "Non esistono liguri di Serie A e di Serie B, non si possono mettere tutte le schifezze negli stessi posti"

I consiglieri regionali Ferruccio Sansa e Selena Candia hanno partecipato alla “catena umana contro il rigassificatore” organizzata oggi pomeriggio alle 15 su tutto il litorale savonese per protestare contro il progetto del rigassificatore al largo di Vado Ligure.

“Tenendoci per mano, in migliaia, su tutto il litorale savonese abbiamo fatto capire in modo ancora più netto l'assurdità del progetto del rigassificatore al largo di Vado – spiegano Sansa e Candia -. Parliamo di un impianto a cui sembrano essere favorevoli solo Toti e la sindaca uscente di Vado Monica Giuliano, che nel frattempo ha ottenuto un incarico dalla Regione per 140 mila euro annui per gestire l'Agenzia sui rifiuti”.

“Non esistono liguri di serie A e liguri di serie B, non si possono mettere tutte le schifezze sempre negli stessi posti – aggiungono Sansa e Candia -. È ora anche di dire basta alla logica perversa delle compensazioni: soldi in cambio di salute e sicurezza. La vita non si vende”.

“La provincia di Savona negli ultimi anni ha provato a uscire dalla complessa crisi post-industriale puntando sul turismo, sulla riqualificazione ambientale, sulle energie rinnovabili e sulle aree marine protette – sottolineano i due consiglieri regionali della Lista Sansa -. Parliamo di un territorio che negli anni si è beccato: una centrale a carbone accusata di aver provocato migliaia di morti, una centrale a gas, 9 siti da bonificare, 2 stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, 2 discariche, un porto che ha tolto il mare alla città, un cantiere per i container, un retroporto, il cantiere per costruire i cassoni della diga di Genova e ora anche il rigassificatore”.

“Siamo coscienti della necessità di approvvigionamento energetico per il nostro Paese – concludono Sansa e Candia – ma la soluzione, scritta anche nelle linee guida del Pnrr, sono le energie rinnovabili, non una vecchia nave carica di gas che stazioni a 3 km dalla costa per 17 anni (dal 2026 al 2043), con un potenziale rischio d'incidente paragonabile per potenza a quello di una bomba atomica”.

"La "marea umana" che oggi pomeriggio ha invaso un intero litorale, da Albisola a Spotorno, per esprimere in modo democratico il proprio dissenso è un segnale enorme che dovrebbe svegliare chi governa, in particolare il Presidente Toti, per chiedersi se il progetto del Rigassificatore, che sta imponendo al territorio savonese ha ancora un senso" ha dichiarato il consigliere regionale del PartitoDemocratico Roberto Arboscello.

"La protesta di oggi ha ribadito che un territorio unito vuole difendere il proprio mare e la riconquistata vocazione turistica del suo territorio. Siamo dalla parte giusta. Toti ascolti i cittadini, le associazioni e le categorie economiche e prenda atto che il rigassificatore deve rimanere a Piombino", conclude Arboscello.

"Non c'è dubbio che è stata una manifestazione di massa, popolare, spontanea, di grande successo. I cittadini hanno espresso chiaramente la loro scelta. La sinistra l'aveva già fatta, qualche esponente della destra anche. La sconfitta personale di Toti è bruciante. Naturalmente non è mica finita: troppi enormi interessi in gioco. Ma quello che è successo oggi ci deve dare coraggio e forza. Direi, semplicemente, avanti così" ha detto il presidente del consiglio comunale di Savona Franco Lirosi.

 "La catena umana per dire 'no al rigassificatore' ha ottenuto una straordinaria partecipazione. Sia i tratti di spiaggia libera sia gli stabilimenti balneari si sono organizzati: migliaia di liberi cittadini riuniti per gridare il proprio dissenso all'installazione dell'eco mostro, il quale minerà l’ecosistema marino, causerà problemi di sicurezza per la cittadinanza nel caso si verificasse un incidente, provocherà ripercussioni sul turismo, settore trainante dell’economia ligure, senza contare che per ben 17 anni a partire dal 2026, saremo stabilmente ancorati a fonti fossili, in palese contrasto con il ricorso alle fonti rinnovabili ,che porterebbero il nostro Paese all’indipendenza energetica e riuscirebbero a realizzare l’obiettivo di neutralità climatica previsto per il 2050 - ha dichiarato Stefania Scarone, coordinatrice provinciale del Movimento 5 Stelle - Un atto di libertà che riunisce numerose sensibilità per rincorrere un unico intento, quello di evitare la distruzione del nostro territorio. Ringrazio tutti gli attivisti del movimento che hanno partecipato, a vario titolo, alla manifestazione".

Redazione


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