Molti di loro hanno una borsa di studio, ma con l'ultima rata ancora da riscuotere perché i conti sono bloccati. Sempre per questo motivo non riescono a ricevere denaro dalle famiglie. E poi c'è il pensiero per chi è rimasto a casa, gli esami da dare e le sessioni che rischiano di saltare per la precarietà della loro situazione e l’ansia.
Sono una sessantina gli studenti iraniani che frequentano il Campus di Legino. Un pasto alla mensa del Campus e quattro chiacchiere aiutano a capire cosa stanno vivendo questi ragazzi.
Sono iscritti ai corsi in inglese, alla laurea magistrale di Energy Engineering, Digital Humanities - Interactive Systems and Digital Media, Engineering for Natural Risk Management. Come ogni estate, una volta completati gli esami, avevano in programma di tornare a casa. In Iran hanno i genitori, alcuni hanno famiglie con dei figli che contavano di far venire in Italia una volta trovato un lavoro.
Ma quest’anno tornare a casa per loro non è possibile. La situazione in Iran rimane critica e rientrare non è sicuro. Ma restare è difficile perché i contratti per gli alloggi, sia quelli studenteschi che quelli privati, scadono.
Gli unici che hanno avuto la garanzia di poter restare sono la ventina di giovani che vivono negli alloggi Spes, che ha lavorato per prolungare l’accoglienza e non abbandonare questi studenti. Quelli ospitati negli alloggi di Aliseo hanno fatto richiesta per la residenza estiva, ma sono ancora in attesa di una risposta e comunque verrebbero spostati a Genova. Poi ci sono quelli che vivono in case private, con affitti più alti, contratti scaduti o in scadenza e risorse economiche che mancano.
Una situazione destabilizzante, incerta, che mette a rischio il loro futuro di studenti, tanto che il Campus ha contattato una psicologa per aiutarli a superare questo momento.














