"A distanza di oltre un anno dagli impegni assunti in pompa magna dal ministro Salvini, dal viceministro Rixi e dall’attuale Presidente della Regione Liguria, la situazione infrastrutturale della provincia di Savona continua a essere drammatica".
A dirlo il segretario generale della Cgil Savona Andrea Pasa dopo che lo scorso fine settimana il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta di Anas di finalizzare la procedura di risoluzione dei contratti con l'impresa appaltatrice Italiana Costruzioni Infrastrutture (ICI) per i cantieri dell'Aurelia Bis del savonese e di La Spezia.
Uno scenario che aprirebbe così per la variante o il subentro se accetterà della seconda classificata in graduatoria nel bando di gara (Infratech, ndr) oppure ad un nuovo bando di gara che farebbe slittare ulteriormente i lavori arrivati all'85%. Allungando ulteriormente una telenovela che oltre a non risolvere il problema del traffico tiene sotto scacco i territori da quasi 14 anni. Con in mezzo una terza ipotesi che porterebbe ad una clausola nel contratto che permetterebbe ad Anas di ricercare ulteriori aziende che possano essere interessate.
Senza dimenticare poi chiaramente il futuro dei 7 lavoratori, 5 operai e due impiegati che attendono ancora la cassa edile da aprile e quindi la tredicesima e quasi tutto lo stipendio di novembre.
"Le opere strategiche restano ferme al palo, quando non addirittura mai avviate, con danni enormi per le persone, per le imprese e per l’intero territorio - continua il segretario della Camera del Lavoro savonese - I responsabili hanno nomi e cognomi: sono gli stessi che hanno promesso l’apertura dei cantieri per il raddoppio ferroviario del Ponente, la rimessa in funzione delle Funivie, il progetto della Carcare–Predosa, il potenziamento delle linee ferroviarie Savona–Torino e Savona–Alessandria, la conclusione dell’Aurelia Bis e molte altre infrastrutture fondamentali. La realtà, invece, è ben diversa: non una di queste opere si è mossa di un millimetro, nonostante la presenza di un sedicente 'Ministro del fare” e di un viceministro ligure".
"Questa condizione mina pesantemente il diritto alla mobilità di migliaia di cittadini e, allo stesso tempo, nega diritti fondamentali: il diritto allo studio, per i tanti studenti impossibilitati a raggiungere il Piemonte o il capoluogo ligure in tempi ragionevoli; il diritto alla salute; il diritto al lavoro; il diritto alla sicurezza - attacca Pasa - La continua emergenza infrastrutturale impedisce inoltre al territorio di svilupparsi, costringe le imprese ad andarsene o a non investire, penalizza il turismo, la logistica e l’industria, e produce diseguaglianze inaccettabili anche all’interno della stessa Regione. La responsabilità è innanzitutto della politica nazionale, che da troppo tempo ignora il Savonese. Ma è anche una responsabilità locale: del sistema imprenditoriale e delle istituzioni territoriali che, anno dopo anno, hanno perso autorevolezza nei confronti del Governo e dei Ministeri, accontentandosi delle briciole".
"Oggi non servono più protocolli, annunci o passerelle. Servono investimenti veri, cantieri aperti e opere concluse, perché da queste infrastrutture dipende la tenuta economica, occupazionale e sociale dell’intera provincia di Savona - conclude il sindacalista - La nostra provincia non può continuare a essere solo un territorio di passaggio, dove le merci arrivano e ripartono senza essere lavorate, mentre al Savonese restano soltanto traffico, smog, insicurezza e costi sociali elevatissimi".
"Il fattore del rifiuto del concordato può essere visto come una cosa semi positiva. Il problema è capire se hanno l'intenzione di chiudere tutto e lasciare a casa i lavoratori e se un'azienda subentra - dichiara Letizia Vacca, Fillea Cgil - Comunque che non diventi l'ennesima l'opera senza che non si sappia nulla anche perché sul futuro della stessa c'è molta incertezza. Siamo in attesa di un confronto anche con l'azienda".














