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Attualità | 22 settembre 2025, 11:56

Savona , riciclo o incenerimento e il ruolo delle istituzioni al centro del dibattito alla festa provinciale di Avs "Terra" (FOTO)

Da Quiliano e Altare a Rivoli, esperienze e posizioni su raccolta differenziata e riciclo per immaginare un modello di sviluppo sostenibile e no al termovalorizzatore sul territorio

"Ai cittadini dico: sosteneteci. Se abbiamo il vostro sostegnonoi ci sentiamo più forti". Si è concluso con un appello ai cittadini e ai comitati, che hanno già dato prova di forza e impegno per il caso del rigassificatore, l'intervento del sindaco di Altare, Roberto Briano, nell'incontro di ieri, 21settembre, ai Serenella, in occasione della festa di Avs.

"Riciclo o incenerimento: il ruolo delle istituzioni" è il titolo dell'incontro a cui hanno preso parte Francesco Basile, professore universitario e responsabile della transizione ecologica di Sinistra Italiana, due amministratori del territorio, Nicola Isetta, sindaco di Quiliano, e Roberto Briano, sindaco di Altare, la voce e le battaglie portate in Regione dal consigliere Jan Casella e l'esperienza dell'assessore all'ambiente del Comune di Rivoli, Angelo Tribolo.
Con le introduzioni di Gabriella Branca, assessora del Comune di Savona e presidente dell'Assemblea nazionale di SI, sulla decisioni di installare un termovalorizzatore sul territorio a discapito di un'economia circolare e del riciclo, mentre le conclusioni sono Simona Simonetti, co-portavoce regionale EV e consigliera comunale a Finale; moderatrice Elena Romanato. Un incontro partecipato, nonostante l'allerta meteo di Arpal che ha frenato qualche possibile partecipante.

Un modello non più sostenibile da diversi punti di vista, quello dei termovalorizzatori, secondo il professor Basile, per lo scenario mutato da quando sono stati installati: allora la percentuale di raccolta differenziata era al 30% e lo smaltimento negli inceneritori era importante, mentre oggi la strada da seguire è quella indicata dall'Unione Europea, che punta sul riciclo e sulla valorizzazione dei beni.

In questo scenario si inseriscono gli enti locali che, come ha spiegato Nicola Isetta, sindaco di Quiliano, devono darsi sistemi di programmazione e avviare un processo culturale della cittadinanza. Un esempio è quello della raccolta differenziata, che non ha come valore solo la percentuale raggiunta, ma anche la qualità del rifiuto differenziato. Processo che ha contribuito a portare Quiliano nella rete dei Comuni sostenibili, impegnati sul fronte della sostenibilità, nell’individuare eventuali criticità e nel migliorare strategie e politiche locali.

Il Comune di Rivoli, come illustrato dall’assessore Angelo Tribolo, smaltisce i rifiuti nel termovalorizzatore di Torino e si ritrova a fronteggiare lo scenario di un suo potenziamento, con una politica di mancata condivisione da parte della Regione con gli enti locali. Una proposta che si fonda su una forte contraddizione: da un lato c’è la richiesta di arrivare ad alte percentuali di raccolta differenziata, dall’altro la prospettiva di realizzazione (o potenziamento dell’attuale) termovalorizzatore, per cui i rifiuti prodotti non basterebbero.

"Il Pnrr era un’opportunità per realizzare impianti di recupero dei rifiuti – ha spiegato il sindaco di Altare, Briano – ma la Regione non ha colto questa opportunità. Ora si parla di un termovalorizzatore che potrebbe essere in Val Bormida. Diciannove sindaci della Val Bormida, in una lettera, hanno espresso un forte no all’installazione di un nuovo inceneritore (termovalorizzatore) nella valle, ritenendo la proposta inaccettabile, data la storia di inquinamento del territorio e la necessità di bonifica piuttosto che di ulteriori impianti. Ma poi nessuno ha più parlato. Bisogna mantenere alta l’attenzione e abbiamo bisogno anche del sostegno dei cittadini di Savona, perché l’effetto di un termovalorizzatore in Val Bormida si farebbe sentire anche qua".

Una scelta "immorale" secondo il consigliere regionale Jan Casella, la realizzazione di un termovalorizzatore in Val Bormida, uscita da decenni di industria chimica e di forte impatto sul territorio. "Bisogna pensare quale sviluppo si vuole per questa terra – ha detto Casella – non si può dire: togliamo la cokeria e ci mettiamo un inceneritore. La Val Bormida può essere scenario di una rivoluzione verde, che porti occupazione".

Redazione

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