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PRIMA PAGINA 4 | 23 settembre 2025, 12:54

Degrado albenganese in via Carloforte e via Milano, il sindaco: "Il Comune limitato negli interventi, ma siamo determinati a restituire decoro e vivibilità"

In un caso le pastoie per pronunce di legge contrastanti, nell'altro la procedura fallimentare. Il primo cittadino Tomatis interviene per chiarire

Degrado albenganese in via Carloforte e via Milano, il sindaco: "Il Comune limitato negli interventi, ma siamo determinati a restituire decoro e vivibilità"

Tra esposti, lettere alle autorità e lamentele, ad Albenga è tornata alla ribalta la problematica delle palazzine di via Carloforte e via Milano, da anni simbolo di incompiutezza urbanistica e terreno di scontro giudiziario.

Il caso di via Carloforte affonda le radici nei primi anni Duemila, quando fu avviato un progetto edilizio che prevedeva la costruzione di tre palazzi per circa cinquanta appartamenti. In realtà, gli alloggi realizzati furono circa ottanta, ma con dimensioni ridotte rispetto a quanto stabilito dal piano urbanistico. Da lì prese forma un intricato percorso legale fatto di fallimenti, confische, sentenze contrastanti e continui ribaltamenti. In un primo momento gli immobili sembravano rientrare nella disponibilità del Comune, che aveva già ottenuto finanziamenti per la riqualificazione dell’area. Tuttavia, nuove pronunce giudiziarie hanno cambiato lo scenario.

Oggi la situazione è nuovamente diversa: una sentenza della Corte d’Appello di Genova ha riconosciuto la validità di vecchi crediti ipotecari, restituendo così la proprietà a soggetti privati, in particolare a una società che aveva rilevato quei crediti dalla banca originariamente finanziatrice dell’intervento.

Il sindaco Riccardo Tomatis spiega: "Prima che la decisione della Corte d’Appello rimettesse tutto in discussione, avevamo reperito fondi per la progettazione delle palazzine. Risorse che siamo stati costretti a restituire, poiché l’Autorità giudiziaria ha sottratto al Comune la piena disponibilità degli immobili. Oggi il nostro obiettivo resta quello di recuperare al più presto quest’area abbandonata, recentemente bonificata per eliminare acqua stagnante e rischio di proliferazione di zanzare".

Diverso, ma altrettanto complesso, il quadro relativo alle palazzine di via Milano. In parte ancora disabitate e da oltre dieci anni bloccate da una procedura fallimentare, restano beni privati, sui quali il Comune può intervenire soltanto per ragioni di sicurezza e ordine pubblico. Proprio per questo, in passato è stata imposta al curatore fallimentare la chiusura degli accessi e la messa in sicurezza della zona.

Anche qui, la via d’uscita sembra passare per la vendita: "La soluzione definitiva – il sindaco afferma Tomatis – resta l’alienazione degli immobili ancora disponibili. Una società con sede a Milano ha recentemente presentato una proposta di concordato fallimentare, valutata positivamente dai curatori e successivamente omologata dal tribunale. Ci auguriamo che da questo percorso possa nascere un processo di riqualificazione capace di restituire decoro e vivibilità all’area".

Redazione

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