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Attualità | 05 ottobre 2025, 07:30

Tra pale eoliche e termovalorizzatore, il ‘green’ che non piace alla Val Bormida

Passato e futuro accendono il dibattito nell’entroterra savonese

Tra pale eoliche e termovalorizzatore, il ‘green’ che non piace alla Val Bormida

La Val Bormida, ancora una volta, si trova al centro di un bivio tra sviluppo e tutela del territorio. Negli anni del boom industriale la valle fu teatro di grandi progetti che portarono lavoro e benessere, ma anche un pesante conto ambientale e sanitario. L’industria pesante prometteva futuro, ma lasciò in eredità suoli compromessi, acque inquinate e comunità segnate. Oggi, invece di una vera svolta, si torna a parlare di progresso con parole nuove e logiche antiche.

Nel nome della transizione energetica, il territorio è di nuovo attraversato da opere imponenti: parchi eolici che punteggiano i crinali e cambiano il paesaggio, interventi che raramente coinvolgono chi in quella valle vive e lavora. Ora si aggiunge il nuovo capitolo: il progetto del termovalorizzatore. Presentato da una parte politica come impianto “green”, viene percepito da associazioni ambientaliste e operatori sanitari come un rischio per la salute e per l’equilibrio del territorio.

La memoria della valle è lunga: sa che dietro la parola “sviluppo” spesso si celano interessi lontani. Non stupisce quindi che i sindaci, con un documento unitario, abbiano espresso la loro netta contrarietà. E mentre venerdì in Provincia si è riunito il tavolo di confronto sul ciclo dei rifiuti, il clima resta teso: un passaggio importante, certo, ma che molti giudicano ancora troppo poco.

Sul piano politico, il dibattito è acceso. C’è chi difende il progetto come simbolo di modernità e chi lo considera l’ennesima decisione imposta dall’alto. Le opposizioni e i movimenti civici chiedono di spostare l’attenzione su ciò che davvero serve alla valle: sanità, prevenzione, infrastrutture, bonifiche, qualità della vita.

La Val Bormida non vuole più essere un terreno di prova per esperimenti energetici o industriali. Ha già pagato abbastanza per le promesse del passato. Oggi chiede un futuro costruito insieme, fondato sulla salute, sul rispetto e su scelte davvero sostenibili. Perché un territorio che ha già conosciuto il peso dell’inquinamento non può più permettersi di credere a un “green” che rischia, ancora una volta, di bruciare le sue speranze.

Graziano De Valle

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