"Il confronto sulla possibilità di realizzare un termovalorizzatore in Val Bormida continua ad animare il dibattito pubblico. Tuttavia, appare sempre più evidente come le prese di posizione dei partiti non si fondino su dati scientifici, ma rispondano soprattutto a esigenze elettorali". A dirlo Savona in Azione dopo il convegno organizzato a maggio prendendo una posizione chiara sul tema che tanto sta facendo discutere nel savonese.
"I fatti dicono altro: è dimostrato che gli impianti waste-to-energy sono meno nocivi delle discariche, poiché il processo si svolge in ambienti chiusi, monitorati costantemente, e i fumi emessi presentano concentrazioni di inquinanti notevolmente inferiori ai limiti di legge. Inoltre, quando a questi impianti si affianca una rete di teleriscaldamento, è possibile ridurre ulteriormente le emissioni grazie alla sostituzione delle caldaie a gas: un vantaggio che può estendersi a famiglie, edifici pubblici, impianti sportivi, aziende e aree produttive".
"Il nostro approccio, pragmatico e non ideologico, ci porta a considerare con serietà questa prospettiva (così come quella di un impianto waste-to-chemicals), perché consentirebbe di affrontare più criticità contemporaneamente: la gestione dei rifiuti, la produzione di energia termica ed elettrica e la generazione di materie prime per l’industria. A condizione, naturalmente, che l’impianto rispetti i più avanzati criteri di progettazione e gestione, garantendo efficienza ambientale, energetica, logistica ed economica. Il luogo opportuno per la costruzione di un impianto di questo tipo non può essere indicato dalla politica, ma dagli esiti di tutte le valutazioni tecniche necessarie. La politica deve seguire con attenzione, offrire spazi di confronto e farsi voce delle istanze dei soggetti coinvolti".
"L'obiettivo rimane chiaro: avanzare verso un’economia circolare, riducendo al minimo i rifiuti prodotti e valorizzando quelli residui, e promuovere politiche zero-waste. Al momento, però, il termovalorizzatore rappresenta l’unica soluzione concreta per gestire in modo intelligente la frazione indifferenziata. Siamo consapevoli che la Val Bormida abbia già pagato un prezzo alto per scelte industriali del passato e che necessiti di un rilancio basato su nuove filiere e opportunità. Ciò non significa però rinunciare all’industria: al contrario, crediamo che le competenze tecnologiche delle imprese locali e le nuove professionalità dei giovani liguri siano risorse da tutelare e impiegare sul territorio".
"Per queste ragioni, per noi il termovalorizzatore non rappresenta una minaccia, ma un’opportunità di sviluppo e di innovazione per l’intera provincia, qualora le valutazioni tecniche ne dovessero dimostrare l'efficacia e la sostenibilità", concludono da Savona in Azione.














