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Attualità | 18 ottobre 2025, 23:15

"Ti metti in pericolo da solo? Paghi di tasca tua": pugno duro in manovra contro gli escursionisti imprudenti che mobilitano i soccorsi

L’indiscrezione anticipa una possibile rivoluzione nei salvataggi alpini. A rischio di rimborso anche le chiamate immotivate

"Ti metti in pericolo da solo? Paghi di tasca tua": pugno duro in manovra contro gli escursionisti imprudenti che mobilitano i soccorsi

Secondo un’indiscrezione pubblicata da "La Repubblica", la prossima legge di bilancio potrebbe introdurre una norma destinata a rivoluzionare il sistema dei soccorsi in montagna — e non solo — in particolare per quanto riguarda gli interventi effettuati dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza. 

Il quotidiano diretto da Mario Orfeo riferisce che il provvedimento, previsto per l’approvazione entro il 31 dicembre 2025 e con entrata in vigore a gennaio 2026, introdurrebbe una misura di grande impatto: nel caso in cui l’intervento dei soccorritori sia dovuto a dolo o colpa grave da parte di chi si è messo in pericolo per comportamenti imprudenti, oppure qualora la richiesta di aiuto sia ritenuta immotivata o ingiustificata, le spese del soccorso verrebbero addebitate direttamente alla persona o alle persone soccorse.

Resterebbero escluse da tale obbligo le operazioni di salvataggio in mare o in volo, dove continua a valere il principio inderogabile dell’obbligo di assistenza. Le priorità di soccorso pubblico, inoltre, rimarrebbero inalterate.

In sostanza, chi dovesse trovarsi in difficoltà a causa di negligenza personale o attivasse un intervento d’emergenza senza reali motivi si vedrebbe costretto a sostenere di tasca propria i costi dell’operazione. Il principale nodo irrisolto: quanto potrebbe ammontare questa spesa e in che modo verrebbe calcolata?

La notizia ha colto di sorpresa lo stesso personale del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (Sagf), così come il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), con cui opera frequentemente in collaborazione. Al momento, né il Sagf né il Cnsas hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, trattandosi ancora di anticipazioni. 

Resta soprattutto da capire chi potrebbe stabilire l’esistenza di una “colpa grave”? E ovviamente restano aperte questioni pratiche: in caso di mancato pagamento da parte del soggetto ritenuto responsabile, chi si occuperebbe del recupero del credito? Come verrebbero determinate le tariffe per gli interventi?

Redazione

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