Dietro le voci di numerosi cantanti italiani c'è lei: Danila Satragno, vocal coach savonese che ha sviluppato un metodo unico per curare e potenziare le voci degli interpreti senza alterarne il timbro originale. La svolta nella carriera di Satragno è arrivata grazie a Fabrizio De André. Dopo aver cantato jazz per anni, un grave incidente - un pianoforte caduto sul piede che l'ha costretta ad un lungo recupero fisico - l'ha portata a reinventare il suo approccio alla voce. Ma è stato Faber a darle la direzione definitiva.
Durante la tournée di "Anime Salve", dove Satragno era corista e musicista, De André le disse parole che lei ricorda ancora oggi: "Devi ascoltarti mentre canti. Come nel jazz improvvisi con gli strumenti, così devi fare con la voce per la tua lingua madre". De André le parlò dei colori della lingua italiana, invitandola a impossessarsene. Da quel momento, ha messo da parte il jazz per dedicarsi completamente alla cura delle voci italiane.
In un'intervista al Corriere della Sera, Danila Satragno racconta la sua carriera straordinaria e i segreti dietro le voci di grandi artisti del panorama musicale nazionale. E confessa di vedere i colori della voce in modo sinestetico: il rubino corrisponde a una voce sensuale, lo smeraldo rappresenta l'empatia con toni pacati, il diamante è la voce bianca e assertiva.
Il suo approccio, chiamato Vocal Care, è quello che lei stessa definisce al quotidiano milanese un "non metodo", costruito pezzo per pezzo e personalizzato su ogni artista. L'obiettivo è chiaro: rendere la voce più forte, agile, estesa e comunicativa senza toccare il timbro originale, a differenza delle metodologie tradizionali.
Nell'intervista al Corriere della Sera, Satragno ripercorre alcune delle sue "imprese" più celebri. Con Jovanotti è intervenuta durante una tournée di oltre settanta date: alla sesta il cantante era completamente afono e stava per dare forfait. La coach racconta di averlo "preso per i capelli", usando "di tutto: mezzi chimici, naturali, anche una macchina", permettendogli di completare l'intera tournée.
Ha seguito Annalisa dai dodici anni, riconoscendola come "un cucciolo" con talento e grande lucidità mentale. Damiano dei Måneskin arrivò da lei a sedici anni con le idee chiarissime: voleva mantenere lo scratch, il graffio della sua voce, ma estenderla e renderla più potente.
Un altro successo riguarda il rapporto con l'autotune. Satragno spiega al quotidiano di aver convinto Bresh a non usarlo più e Fedez a utilizzarlo molto meno. Quest'ultimo, racconta, era insicuro e credeva di non avere una vocalità, ma lei gli ha dimostrato il contrario lavorando sulla concentrazione e la motivazione: "Fedez ha una voce bellissima, è un baritono".
La vocal coach rivela al Corriere di funzionare spesso come un vero pronto soccorso. Con Giusy Ferreri, "svociata" prima di Sanremo, in tre quarti d'ora l'ha rimessa a posto. Ornella Vanoni, dopo un intervento alle corde vocali, è tornata sul palco dopo tre mesi. Con Arisa ha lavorato per la regressione di un edema, evitandole l'operazione.
Il suo segreto? Come confida nell'intervista: "Ho un orecchio speciale. Sento le frequenze che nessun altro sente". E una dedizione totale: Satragno racconta di essere praticamente sempre a disposizione, tanto che "l'ultima mano che gli artisti stringono prima di salire sul palco dell'Ariston è proprio la mia".














