Mentre il Consiglio delle Autonomie Locali si è riunito esprimendo parere favorevole, con 3 soli voti di scarto (5 voti favorevoli e 12 contrari), sulla riforma della sanità ligure, rimangono perplessità sull’efficacia della riforma da parte della Cgil ma anche da parte di alcuni comuni, come quello di Savona che ieri, in Consiglio comunale, ha votato un ordine del giorno chiedendo che l’iter della legge regionale venga sospeso.
“La riforma, soprattutto per i territori, sarà uno scempio – dichiara il segretario della Camera del Lavoro Andrea Pasa –. Ancora più genovacentrica, come il resto dei temi generali quali infrastrutture, sviluppo e, appunto, sanità. E com’è possibile il silenzio dei consiglieri di maggioranza savonesi rispetto a una riforma che penalizzerà ancora una volta i territori? Dai documenti che possiamo vedere siamo sempre convinti che questa riforma lo sia solo a parole”.
Territori che, ancora una volta, si trovano ad avere a che fare con promesse della campagna elettorale di Bucci non mantenute sulla sanità del savonese, come ricorda Pasa: “L’apertura h24 del Ppi di Cairo e il punto nascite di Pietra se li sono dimenticati? – prosegue Pasa – In campagna elettorale Bucci aveva detto di riaprirli entro i primi 100 giorni. Ne sono passati un pochino di più ed è come prima. C’è un corto circuito tra gli slogan della politica e quello che effettivamente si può fare”.
Ma anche i dati sulle liste d’attesa non convincono il sindacato. “Le liste d’attesa, secondo il direttore e la Regione, calano – conclude Pasa – semplicemente perché le ricette dal 2025 scadono ogni 6 mesi, mentre prima non avevano scadenza. La sanità territoriale è stata praticamente disintegrata e lasciata alle farmacie, mentre le attività e i servizi ospedalieri continuano a essere fermi al palo”.














