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Attualità | 31 dicembre 2025, 07:29

Notte di san Silvestro, perché si chiama così la notte dell’ultimo giorno dell’anno

È la vigilia di capodanno e corrisponde alla notte tra il 31 dicembre e il 1º gennaio

San Silvestro, credit Musei Vaticani

San Silvestro, credit Musei Vaticani

La notte di san Silvestro è celebrata in diversi modi a seconda dei Paesi. Si chiama così, perché il 31 dicembre il santo che si festeggia è appunto Silvestro papa. Il 31 dicembre viene spesso anche erroneamente chiamato capodanno, pur trattandosi in realtà solo della vigilia di esso.

San Silvestro, ultimo giorno dell’anno

San Silvestro è stato il primo Papa di una Chiesa non più minacciata dalle terribili persecuzioni dei primi secoli. Nell’anno 313, infatti, gli imperatori Costantino e Licinio hanno dato piena libertà di culto ai cristiani, essendo papa l’africano Milziade, morto l’anno dopo. Gli succede il prete romano Silvestro. A lui Costantino dona come residenza il palazzo del Laterano, affiancato più tardi dalla basilica di San Giovanni, e costruisce la prima basilica di San Pietro. Il lungo pontificato di Silvestro, durato 21 anni, è però lacerato dalle controversie disciplinari e teologiche, e l’autorità della Chiesa di Roma su tutte le altre Chiese. Nel Concilio di Arles e di Nicea papa Silvestro non ha alcun modo di intervenire: gli vengono solo comunicate, con solennità e rispetto, le decisioni prese. Fu il primo a ricevere il titolo di “Confessore della fede”.

La notte in Italia

In Italia è tradizione fare la cosiddetta “cena di capodanno” o “cenone”, un abbondante pasto, in cui il piatto tradizionalmente più caratteristico è lo zampone o il cotechino con le lenticchie. In genere si usa fare il “veglione” cioè stare svegli fino a mezzanotte passata, per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Solitamente si trascorre la serata in famiglia, o con gli amici, ma anche in piazza, dove si organizzano concerti o feste varie.

Si usa, generalmente a partire da 10 secondi prima della mezzanotte, fare il conto alla rovescia fino ad arrivare a zero, dove si augura il buon anno, si brinda stappando lo spumante e guardando i fuochi d’artificio.

È tradizione, quando si fa il conto alla rovescia, tenere in mano, oltre al bicchiere di spumante, anche dell’uva e tre monetine diverse, come portafortuna. Ogni regione italiana possiede le proprie tradizioni. In alcune regioni, per esempio, si gioca a tombola o ad alcuni giochi per intrattenersi fino al nuovo anno. E allora buona fortuna!

Silvia Gullino

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