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Politica | 17 dicembre 2012, 16:58

Resistere, resistere, resistere.

Art. 41 della Costituzione: “L’iniziativa privata è libera. Non può svolgersi incontrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” di Bruno Marengo Direttore editoriale de “I RESISTENTI”, rivista dell'ANPI

Resistere, resistere, resistere.

Il Presidente del Consiglio Monti se l’è presa con lo Statuto dei lavoratori (forse non ancora soddisfatto dalla “riforma” Fornero) dichiarando:

“Lo Statuto ha determinato l’insufficiente creazione di posti di lavoro”.

Non ha trovato altrettanta determinazione di fronte alle “giravolte” di Marchionne sulla FIAT, che hanno provocato solo una debole e sottomessa risposta da parte del Governo.

Il Presidente nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia ha fatto giustamente osservare che le “giravolte marchioniane” per molti non sono state una sorpresa: “Non si sono visti investimenti, non si sono viste macchine competitive. E’ lecito tutto questo? O quanto meno ammissibile?”, si è chiesto. In compenso, sono stati colpiti i lavoratori: divisioni sindacali, rinuncia sotto il ricatto dell’occupazione a principi fondamentali del nostro diritto del lavoro. Qualcuno chiederà scusa alla FIOM ed alla CGIL?


Il nostro povero Paese è stato, di recente, scosso dalla vicenda ILVA di Taranto in cui, nel tempo, si è consumato ancora una volta il ricatto lavoro-salute. Vicenda che non ha fatto riflettere abbastanza i nostri governanti nazionali, regionali e provinciali che hanno espresso soddisfazione per l’autorizzazione concessa ai gruppi a carbone in esercizio della Centrale Tirreno Power di Vado/Quiliano (la cosiddetta “AIA transitoria”, escamotage all’italiana).

Il risultato è che la popolazione dovrà subire ancora per anni gli effetti sulla salute delle emissioni inquinanti dei gruppi a carbone.


Sinora, non sono state ascoltate le proteste e le argomentazioni della “Rete savonese fermiamo il carbone” (supportate da un’importante documentazione scientifica), di molti Comuni, dell’Ordine dei medici, della Chiesa savonese, di tanti partiti, movimenti, associazioni, cittadini.

Va rimarcato che nessuno ha chiesto la chiusura della Centrale, ma il superamento dell’uso (pluridecennale) di combustibili fossili e di una visione dove domina la logica del massimo profitto per l’impresa.


E’ amaro dover constatare che tanti cittadini, che rivendicano il diritto alla salute e al lavoro, devono guardare alla Magistratura, che fa il proprio mestiere come nel caso dell’ILVA di Taranto, quale unica possibilità per la difesa dei loro diritti, per il rispetto della legge. Così va in crisi l’idea stessa delle forme della politica volte a garantire ciò che sta scritto nella Costituzione. E una corretta lettura dell’art. 41 (che qualcuno vorrebbe abolire per avere ancora più mano libera) ci deve far riflettere su cosa significa “utilità sociale” e a che cosa si riferiscono i limiti previsti per l’iniziativa economica privata (obbligo di rispetto della sicurezza, libertà, dignità umana).

C’è il rischio, in presenza di scandali e ruberie che vanno oltre l’immaginabile, di una sempre maggiore sfiducia nella politica da parte dei cittadini; rischio che va combattuto con l’impegno, con la lotta per un rinnovamento radicale della stessa, per la difesa e la realizzazione dei contenuti costituzionali.


Bruno Marengo

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