Aula gremita oggi pomeriggio per l'audizione della Rete Savonese Fermiamo il Carbone nel corso della seconda Commissione Consiliare permanente che si è tenuta dalle 15.30 nella Sala Rossa del comune di Savona. "Non dobbiamo dimostrare che la combustione inquina, é scientifico - afferma Giovanni Durante della Rete Savonese - E, conosciuto l'effetto sulla salute delle persone, ci siamo sentiti sin dall’inizio in dovere di intervenire: in questi anni ci siamo sostituiti alla politica e abbiamo sostenuto costi di circa 80.000 euro tra esposti, ricorsi e ricerche scientifiche. Tutte iniziative che abbiamo fatto gratuitamente al posto delle amministrazioni pubbliche”. I rappresentanti delle associazioni aderenti alla Rete Savonese Fermiamo il carbone hanno esposto le loro “ragioni in merito alla questione della centrale Tirreno Power, contro l’uso del carbone e per contrastare i cambiamenti climatici e tutelare la salute e l’ambiente, costruendo speranza per il lavoro e le nostre comunità, con gli strumenti della democrazia e del diritto”. All'audizione erano presenti i consiglieri comunali e anche lavoratori di Tirreno Power.
Alla luce degli ultimi botta e risposta sul web sulla cena di autofinanziamento organizzata dalla Rete Savonese presso la SMS Cantagalletto di Savona, il contrasto tra ambientalisti e lavoratori sussiste, come riflesso della contrapposizione che si è creata, nel caso tirreno Power, tra salute e ambiente. Ma nell'incontro di oggi a vincere è stato un confronto civile e aperto tra le parti.
“Se l’azienda non è in grado di stare sul mercato, non è colpa di noi ambientalisti, ma della crisi del settore energetico” continua Durante. “Il sequestro della centrale non è da attribuire ai comitati ambientalisti, la decisione è stata presa in maniera autonoma dalla Magistratura - afferma Maurizio Loschi di Medicina Democratica Savona e Rete Fermiamo il Carbone – Inoltre non esistono ambientalisti dalla pancia piena, anche io sono un disoccupato”.
I rappresentanti della Rete Savonese hanno presentato la documentazione ufficiale acquisita e tutti gli elementi necessari per valutare la situazione ambientale del territorio. “Il sequestro della centrale e il dispositivo della Procura rappresentano una sconfitta per tutti perché i contenuti della Magistratura certificano un dramma sulla nostra salute – afferma Gianfranco Gervino di Uniti per la salute – Oggi ci troviamo in una situazione in cui né la salute né il lavoro sono stati tutelati: questa è la vera sconfitta per tutto il territorio savonese. Tutti i documenti e gli avvertimenti lanciati non solo dagli ambientalisti, ma anche dall’Ordine dei Medici, dalla Magistratura, dallo studio dell’Università di Stoccarda non hanno una tendenza vessatoria nei confronti dell’azienda e dei lavoratori”.


















