Un bravo scrittore savonese, Remo Fresia: il ricordo di Bruno Chiarlone Debenedetti

Prima che il lettore acquisti il libro ed inizi a scoprire i racconti in esso stampati è utile che io riassuma qui, con brevi frasi, la fatica letteraria di Remo Fresia.

Essendo stato per alcuni anni il recettore dei suoi manoscritti e nello stesso tempo il suo redattore privilegiato, ho potuto farmi un’idea approfondita del suo raccontare...

Remo Fresia infatti è un narratore spontaneo, oltre che poeta popolare e cantore di precisione nel senso che cura con i versi delle sue, sempre più rare, poesie il ritratto accurato e fedele della persona di cui tesse con entusiasmo le doti .

 Seguendo istintivamente i dettami del narratore naturale, interpreta quelle figure di un tempo, nonni o zii, che nelle famiglie trasmettevano le tradizioni, tramandavano le favole e costruivano la cronaca quotidiana in pregevoli episodi che consegnavano verbalmente a figli e nipoti.

Remo è un po’ il cronista della sua famiglia e della sua vita avventurosa, cantore dei fatti allegri, conviviali e tristi che lo hanno avuto come interprete e testimone allo stesso tempo.

Egli è quella persona a cui puoi chiedere di rievocare un certo periodo e un certo luogo perché lui possa dipanare per l’ascoltatore le precise sensazioni che ha vissuto nell’episodio in questione a cui aggiunge le sue osservazioni e la sua testimonianza storico-letteraria con dovizia di particolari.

Un testimone dei tempi appunto, una voce personale che sa ricreare l’atmosfera del passato con sentimento e lealtà. Così pure è un abile cronista dei suoi numerosi viaggi in terra iberica compiuti nel pieno delle estati in compagnia di amici prima, della moglie spagnola, dopo il matrimonio.

Con la sua penna biro scrive usando una calligrafia ben leggibile su fogli protocollo alla cadenza di uno al mese allegando fotografie illustrative e le didascalie necessarie a una più agile documentazione.

 Una passione che i lettori potranno meglio apprezzare leggendo il suo libro.