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| 22 giugno 2010, 07:31

Tlc, Newspass e le notizie di Google sono a pagamento

Tlc, Newspass e le notizie di Google sono a pagamento

La notizia sta facendo il giro del web. La parola che preoccupa gli internauti interessati alle news e interessa non poco gli editori è 'Newspass'. E' il nome dato al nuovo sistema per la lettura a pagamento dei giornali online che Google News potrebbe immettere sul mercato già entro la fine dell'anno. Un'alleanza, quella che verrebbe a crearsi tra Google e gli editori: il modello adottato non sarebbe però quello degli articoli a pagamento su Google News, come ventilato da Rupert Murdoch, ma la costruzione di una piattaforma di pagamento unica per Web e mobile integrata al search e che indicizzi le notizie che gli editori singolarmente scelgono di non divulgare gratuitamente.

 

 

 

Nonostante dal gigante di Mountain View sia arrivato soltanto l'equivalente di un no comment, sembra che il sistema di micropagamento per gli utenti registrati possa in qualche modo aver mutuato le sembianze dal colosso itunes. Gli utenti registrati a Newspass - e che presumibilmente forniranno un numero di carta di credito per gli acquisti - dopo aver fatto login un'unica volta potranno comprare le notizie a pagamento pubblicate su ogni sito aderente semplicemente cliccando sul simbolo distintivo che apparirà a fianco delle stesse per identificarle rispetto ai contenuti gratuiti.

 

 

 

Il sistema dovrebbe funzionare con qualsiasi modalità di accesso a Internet - da Pc, cellulare, tablet - e i ricavi saranno divisi tra Google e gli editori secondo percentuali ancora non dichiarate, sebbene pare di capire che, naturalmente, i produttori dei contenuti otterranno la quota maggiore. Ora ci si domanda come potranno reagire i lettori italiani. Quanti cioè decideranno di aderire, pagando, ad un simile sistema. Gli esperimenti condotti all'estero fino ad oggi non hanno dato risultati incoraggianti rimanendo ben lontani dalle speranze degli editori. Il quotidiano americano Newsday in pochi mesi di notizie a pagamento è riuscito a convincere solo alcune decine di utenti. Peggio ancora è andata all'editore britannico Johnston Press che confeziona una serie di giornali e siti locali. Ha dovuto eliminare le quote necessarie per accedere ai propri siti a causa dell'insuccesso clamoroso.

 

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