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| 01 luglio 2010, 19:37

Il paradiso (fiscale) può attendere: rifiuti rifiutati

Il paradiso (fiscale) può attendere: rifiuti rifiutati

Con la compiacenza del centrosinistra che ad Imperia e non solo in tema di rifiuti si tura (giustamente) il naso per non votare, sembrava passato l'accordo per smaltire la nobile rumenta imperiese in quel di Vado Ligure. La politica dello struzzo assume forme a volte bizzarre, tanto che lo stesso pennuto non osa affondare il becco nei rifiuti per evitare intossicazioni politiche e fiscali.

 

Dunque, se la società GEOTEA che gestisce le discariche vadesi ha le sue lunghe radici nelle Isole Vergini Britanniche, per qualcuno non era un problema. Ma dei rischi di poca trasparenza azionaria, di grane fiscali grosse come ecoballe, delle responsabilità politiche e morali, che ce ne facciamo? Ricicliamo anche quelle, che magari ci esce un po' di biogas.

 

In silenzio, speriamo.

 

Imperia, dal canto suo, si è trovata appesa al filo dell'ultima discarica, opportunamente chiusa. Fine. Cosa è stato fatto in questi 10 anni per individuare siti idonei ad affrontare un'emergenza che - più prima che poi - sarebbe arrivata? A giudicare dai risultati: niente.

 

Un tripudio di annunci, conferenze e indispensabili tavoli d'intesa, ma la discarica targata IM ora NON C'E'. Se non è così qualcuno ce lo dica.

 

Dunque si va a Vado, che sembrava fatta apposta per scaricare il problema sul lato "rosso" del confine. Attenzione però che azzurro più rosso fa quasi maròn,

e non è sempre un colore elegante, un po' come il perdurante silenzio di sindaci e imprenditori, sui nomi e cognomi dei loro Soci.

 

 

Il Comune di Vado Ligure se ne rende conto e all'unanimità alza il cartellino rosso.

 

Lo fa dissociandosi apertamente da qualunque forma di "ingegneria finanziaria" con un'espressa richiesta di trasparenza nei confronti di Ecosavona / GEOTEA, socio di maggioranza (privato) che come riportato oltre una settimana or sono da Savonanews.it è controllata da un'omonima lussemburghese.

 

Che è a sua volta controllata da un'altra omonima con sede nelle Isole Vergini Britanniche. Oltre a stare in mezzo al mar dei Caraibi queste isole sono saldamente collocate nella lista nera dei paradisi fiscali censiti dal' OCSE

 

Le discariche savonesi tra Lussemburgo e Isole Vergini

 

Nonostante le dichiarazioni di disponibilità a rivelare i nomi dei soci rilasciate alla stampa dal presidente di Geotea Spa dott. Maurizio Bagnasco, questi non risultano a tutt'oggi noti. Perlomeno all'opinione pubblica ed ai Pubblici Amministratori del Comune di Vado Ligure, che ne fa gentile richiesta.

 

Va detto che l'assetto societario offshore della Geotea non ha scandalizzato più di tanto gli Enti Locali azionisti di minoranza in Ecosavona. E se il Comune di Vado oggi si è espresso, quello di Savona - mentre scriviamo - non ancora.

 

Strano.

 

Chissà, forse i contributi della Fondazione Bagnasco all'interminabile recupero dell'area di "Monticello" attigua alla centralissima Via Paleocapa o il Progetto "per realizzazione di palazzina residenziale da destinare alla locazione a canone moderato in area adiacente l'asilo Queirolo" a Vado Ligure hanno "contribuito" a che si chiudesse un occhio su qualche "scatola cinese" che - svelata dal' Informazione Indipendente - imbarazza più di una Giunta.

 

Il paradiso, nel frattempo, può attendere.

 

 

 

Leggi anche:

 

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Mario Molinari

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