Il 12 e 13 giugno 2011 la maggioranza assoluta delle italiane e degli italiani (l'affluenza media alle urne era stata del 57%) si era espressa, nel referendum sull'acqua, contro la privatizzazione del sistema idrico, e quindi a favore che l'oro blu diventasse un bene pubblico comune.
A due anni dal referendum il Comitato Acqua Bene Comune di Genova parteciperà oggi pomeriggio, alle 14.30, al Consiglio Comunale per ricordare, che " né il Governo, né gli Enti locali si sono adeguati alla legge, votata da 28 mln di cittadini, che prevede la riduzione della bolletta dell'acqua per una quota pari alla remunerazione del capitale investito (a Genova corrisponde al 22% della bolletta). Dal 2011 ad oggi, i gestori del servizio idrico si sono appropriati indebitamente dei nostri soldi (68,6 mln di euro) pagati con le bollette, con l'appoggio della politica.
Tale inadempienza dimostra quanto i governatori/sindaci/presidenti siano ancora lontani dalla cittadinanza e quanta arroganza di potere abbiano, promettendo faville in campagna elettorale e tradendo gli impegni dopo le elezioni.
Purtroppo anche a Genova,il sindaco Doria ha "confessato" pubblicamente di avere cambiato idea sull'acqua, dichiarando che non la si può scorporare da IREN perché garantisce un profitto sicuro, che serve a controbilanciare le attività di Iren più a rischio.
Iren ha debiti per oltre 2,5 miliardi e ha fatto profitti con l'acqua (proibiti dalla legge vigente, dopo il referendum) riducendo gli investimenti idrici (-21,4%), e grazie agli aumenti tariffari decisi dai sindaci (incassi da bollette +10% nel 2012)".