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Attualità | 05 marzo 2014, 11:41

Provincia di Savona, aumentano le scritture private per ridurre i canoni degli affitti

Molti negozianti, di comune accordo con il proprietario dei muri del locale, decidano di ricorrere a questa soluzione, da registrare presso l’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate

Provincia di Savona, aumentano le scritture private per ridurre i canoni degli affitti

La crisi ha colpito duramente le attività commerciali della Provincia di Savona, spesso già provate in passato dal caro-affitti. E così c’è chi non ce la fa più a pagare canoni di locazione, spesso molto elevati, e raggiungere la fine del mese.

Capita così, ultimamente sempre più spesso, che molti negozianti, di comune accordo con il proprietario dei muri del locale, decidano di ricorrere ad una scrittura privata da registrare presso l’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate al fine di ridurre il canone dell’affitto indicato sul contratto originario, passando ad esempio da 1.500 a 1.000 euro al mese. L’alternativa sarebbe in molti casi, per i locatori, non percepire più nulla dagli inquilini e così si cerca un accordo per venire incontro a chi, magari per molti anni, ha pagato regolarmente l’affitto nei tempi e nei modi stabiliti dal contratto.

Il metodo è abbastanza semplice: le due parti, solitamente con l’aiuto di un commercialista, stendono una scrittura privata, su un comunissimo foglio di word, indicando tutti i dati relativi al contratto originario (parti contraenti, unità immobiliare, numero e data di registrazione del contratto) e la nuova cifra del canone stabilita di comune accordo. Una volta firmata da tutte le parti contraenti e dopo aver pagato in banca tramite modello F23 una tassa fissa di euro 168,00 la scrittura deve essere registrata presso l’ufficio locale dell’agenzia delle entrate, pagando le relative marche da bollo. Questo per far sapere all’ Amministrazione Finanziaria che  da una certa data il proprietario non percepirà più il canone di locazione concordato al momento della registrazione del primo contratto e successivamente adeguato annualmente in base agli indici Istat, ma il canone concordato dalle parti nel nuovo documento. Sarà quindi su questo nuovo importo che il locatore sarà poi tenuto a pagare in sede di dichiarazione dei redditi.

Cinzia Gatti

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