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Attualità | 31 agosto 2015, 17:16

Tra cedesi attività e chiusure, ecatombe di negozi nel centro storico di Finale

Dopo il ristorante Patrick, il negozio di abbigliamento Arthemia e sportivo di via Roma verso la chiusura du "Piccoli Giramondo" e "Samoa"

Tra cedesi attività e chiusure, ecatombe di negozi nel centro storico di Finale

“Piccoli Giramondo” e “Samoa”: sono queste le ultime due attività commerciali, in ordine di tempo, che chiuderanno nel centro di Finale Ligure.

Dall’inizio dell’estate sono però diversi i locali dove sono state abbassate le serrande in maniera definitiva o affissi i cartelli di “cedesi gestione”.  Il ristorante Patrick,  il negozio di abbigliamento per bambini Arthemia e quello sportivo di via Roma. Purtroppo "l'ecatombe" delle piccole attività commerciali non sembra ancora destinata a terminare e si annunciano altre chiusure.

Le motivazioni? Ovviamente diverse. C’è chi è andato in pensione, chi magari ha scelto di cambiare vita, ma chi semplicemente non ce la fa più ad andare avanti, dopo anni di sacrifici, investimenti personali e lavorativi pesanti. “Dopo nove anni e mzzo, spiega Luca Zambruni, proprietario di  “Samoa”, ho deciso di chiudere. Mi sono trasferito qua diversi anni fa da Torino, ho scelto di cambiare vita e fatto diversi lavori”.

“Circa dieci anni fa, spiega l’uomo, ho deciso di aprire questo negozio di abbigliamento sportivo. Dopo tanti sacrifici chiudo perché non è possibile andare avanti così. L’affitto del locale è sempre stato basso e i proprietari dei muri mi hanno aiutato in ogni modo.

“A migliaia di ore lavorative nell’anno,però, deve corrispondere anche un ritorno economico e purtroppo così non è stato. D’estate lavoro molto, ma d’inverno spesso i residenti del posto preferiscono fare acquisti in altre negozi”.

A chiudere definitivamente per la metà di ottobre anche il negozio di scarpe “Piccoli Giramondo”  di via Ferrante Aporti. Tra tasse, bollette e fornitori che chiedono giustamente di essere pagati diventa sempre più difficile arrivare a fine mese.  

Chiusure sparse, che impongono una doverosa riflessione. Un negozio che abbassa le serrande non è una perdita solamente per il titolare, ma per tutta Finale Ligure. Ai turisti e residenti viene a mancare un servizio e i soldi vengono di conseguenza spesi altrove. Un cane che si morde la coda da solo. E i primi a dare una risposta ai commercianti dovrebbero essere gli stessi finalesi, investendo nel tessuto commerciale locale.

 

Cinzia Gatti

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