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Savona | 20 novembre 2015, 17:00

Quell'infinita incertezza di sé

Quell'infinita incertezza di sé

Con un'ottima iniziativa Savona offre una serie di manifestazioni per sensibilizzare su un argomento odioso: la violenza sulle donne. Essendo un tema di genere (non la violenza relazionale, familiare o domestica in senso lato), si finisce naturalmente per fare un ragionamento di genere. Quindi si parla della responsabilità di un uomo che picchia, perseguita o tortura una donna.

Si potrebbe immaginare che povertà e mancanza di cultura siano le premesse del maschio violento. Giusta considerazione se si mette a confronto l'Italia con il Burundi, ma non è così nel raffronto di Paesi relativamente prosperi: per esempio Danimarca e Germania hanno statistiche molto elevate di brutti episodi, superiori a quelle italiane.

E' vero ed è evidente che c'è un rapporto tra violenza, reddito pro-capite e scolarità. Ma è anche vero che una delle molle più morbose e nefaste del male che un partner infligge all'altro resta la gelosia. Un sentimento che trascende il conto in banca, l'alfabetizzazione o il grado di etilismo di un uomo, e che può trasformarlo in un temibile psicopatico.

Il tutto si intreccia in un'evoluzione della società che non ha ancora dimenticato la famiglia patriarcale. Sino all'altro ieri - si può dire - la funzione simbolica del padre stabiliva l'equilibrio delle relazioni in una famiglia e le donne, relegate al ruolo di madri e zittite, ne acquistavano sul piano della protezione: essendo tutrici del focolare a loro volta dovevano essere tutelate. La parità, adesso, ha rimescolato le carte dell'identità e del ruolo.  

La miccia della gelosia si accende pericolosamente là dove i puntelli del rispetto dei ruoli sono meno rigidi. Nella coppia anzitutto. Ne nasce, dopo una seduzione che sembra idilliaca, la manipolazione e il condizionamento che facilmente un uomo (senza palle) può esercitare su una donna debole. Qualcosa che si può trasformare in un incubo.

Il tema della violenza sulle donne include la riflessione - mai ben strutturata - sull'identità maschile e sulla gelosia, su quella "infinita incertezza di sé" (come la definiva Rossana Rossanda) che acceca il maschio, orfano di valori autentici ma anche di una posizione ben definita. Se la prendono con la cultura maschilista. Però neppure esiste più, diffusa e stabile, una cultura maschile.   

Felix Lammardo

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