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 / Politica

Politica | 27 novembre 2016, 14:00

Borgio Verezzi entra in Ponente Acque, tra dubbi e paure

Il sindaco Dacquino: “È ora di abbandonare le logiche campanilistiche: siamo di fronte a una delle più grandi opere pubbliche nella storia recente della nostra provincia”

Borgio Verezzi entra in Ponente Acque, tra dubbi e paure

In occasione del recente consiglio comunale svoltosi a Borgio Verezzi, l’argomento principe è stato senza dubbio l’ingresso di questa città nel consorzio Ponente Acque. A tal proposito il sindaco, Renato Dacquino, ha offerto al numeroso pubblico presente in sala consiliare un dettagliato excursus su questo programma che va avanti ormai da diversi anni.

Inizia Dacquino: “Il decreto del 2006 sul settore idrico prevede che a livello regionale vengano definiti degli ambiti territoriali, che in genere coincidono con la provincia e che devono essere affidati a una società a partecipazione totalmente pubblica. Però si possono modificare i confini compatibilmente con le dimensioni del bacino di utenza, ed è così che tra il 2014 e il 2015 nel Savonese sono stati definiti tre ambiti: quello di Ponente, che riguarda noi, va da Laigueglia a Borgio Verezzi; quello di Levante copre da Finale Ligure a Varazze e il terzo è dedicato a una realtà particolare e specifica come la Val Bormida. A tal proposito è interessante notare che Andora, Testico e Stellanello rientrano sotto Imperia. Da noi nasce così Ponente Acque, dalla fusione di SCA (che ha offerto servizi a Villanova, Alassio, Laigueglia) e Servizi Ambientali, che già lavorava da Ceriale fino a Borgio Verezzi. Attualmente esistono ancora queste due società, ma dovrebbero andare gradualmente a sparire in nome della nuova entità”.

Prosegue il sindaco: “L’accordo di programma coinvolge 13 Comuni e di questi, attualmente, Ceriale, Pietra Ligure, Tovo e Giustenice sono già allacciati. Tra gli ultimi ci saranno Magliolo e Borgio, in quanto quelli logisticamente più lontani dal depuratore. Esso si trova nella cava di Borghetto, al confine con Toirano, e vorrei che tutti per conoscenza andassero a visitarlo, perché ci troviamo di fronte a tecnologie all’avanguardia che la Liguria fino a oggi non ha neanche mai immaginato. Per realizzarlo, Servizi Ambientali ha sottoscritto un mutuo da 22,5 milioni di euro. Entro il 28 gennaio 2017 dovrebbero decidere l’allaccio anche Albenga, Cisano, Ortovero, Garlenda. E, viste le proporzioni della Piana Ingauna, l’ingresso di Albenga comporterà un ulteriore ampliamento dell’impianto borghettino.

Oggi Loano e Borghetto hanno quote di partecipazione che complessivamente superano l’80%. La divisione in quote sociali segue gli abitanti equivalenti, cioè non solo i residenti ma il bacino di utenza estiva. Pertanto noi passeremo dagli attuali 0,236% al 2,94%. La bollettazione, oggi annuale, diverrà trimestrale, con un aumento del 9% annuo su tre anni, quindi esponenzialmente circa attorno al 32%.

C’è un aspetto che reputo particolarmente vantaggioso: prima la manutenzione ordinaria era a carico di Servizi Ambientali e la straordinaria (cioè interventi di urgenza su eventuali guasti) la faceva il Comune. Ciò significava che noi correvamo il rischio di pagare di tasca nostra le conseguenze di eventuali errori o superficialità del gestore. Ora abbiamo un contratto ‘chiavi in mano’ che copre la totalità dei servizi”.

Inevitabile l’elenco di dubbi, paure e perplessità dei gruppi di opposizione; Renzo Locatelli, della lista civica “Io amo Borgio Verezzi”, si domanda: “Mi metto nei panni di qualsiasi cittadino: noi oggi contiamo nulla, abbiamo lo 0,2%, ma passando circa al 3% non abbiamo speranze di crescita in futuro, trovandoci anche alla periferia dell’ambito territoriale. Inoltre il governo ha già impugnato la Legge Regionale 17/2015 dichiarando che contrasta con i princìpi della legislatura statale: stiamo approvando un ingresso in una società che si basa su una legge forse incostituzionale a pochi giorni da un referendum che potrebbe cambiare drasticamente le prerogative e le mansioni delle regioni. E se cambiasse tutto? Inoltre dovremo garantire al nuovo gestore un adeguamento tecnologico. Sicuramente troveranno delle perdite e ci saranno dei lavori da fare. Per non parlare del fatto che le bollette aumenteranno”.

Replica il sindaco Dacquino: “L’unione fa la forza. Il contratto prevede che se ci sono problemi tecnici si spalmano i costi su tutta la struttura di Ponente Acque. Per quanto riguarda l’aumento dei canoni è una cosa imposta dall’autorità di settore che avremmo comunque dovuto subire per adeguarci anche senza entrare in Ponente Acque. In questo modo, visto che i cittadini avrebbero comunque dovuto pagare di più almeno avranno un servizio migliore”.

Conclude il sindaco: “Siamo di fronte alla più grande opera pubblica realizzata nella nostra provincia da decenni. Senza contare che, ancora una volta, la Liguria arriva ultima nell’accettare uno standard di unificazione ormai consolidato ovunque. Mi sembra logico e comprensibile che un cambiamento di queste proporzioni generi paure e perplessità, ma è ora di gettarsi alle spalle le logiche campanilistiche e ragionare in termini di crescita collettiva dell’offerta e del territorio”.

Alberto Sgarlato

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