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Attualità | 23 settembre 2017, 07:28

Tassa di soggiorno, a favore alcuni Comuni savonesi ma si oppongono gli albergatori

Angelo Berlangieri, UPA: “Ci siamo opposti per 6 anni all’introduzione della tassa, a questo punto bisogna fare in modo che crei meno danni possibili"

Tassa di soggiorno, a favore alcuni Comuni savonesi ma si oppongono gli albergatori

In una serie di incontri con i Comuni costieri organizzati dall’Unione Provinciale Albergatori insieme a Federalberghi è stato trattato il caso dell’introduzione della tassa di soggiorno che permetterà probabilmente ai Comuni interessati di poterne usufruire per migliorie con ricadute sul settore del turismo.

Questa scelta ne deriva dopo la manovra correttiva di maggio della legge Finanziaria e il Patto per il turismo alla Regione, la quale permetterà proprio ai municipi, non solo in predissesto come Savona e Borghetto, di poterne usufruire.

Proprio nel Patto per il Turismo si è trattato, nei vari punti, che almeno il 60% dell’imposta di soggiorno venga condivisa con le organizzazioni imprenditoriali del settore e, come detto, il 40% utilizzato dai Comuni per cercare di migliorare il turismo locale.

“È una tassa che non deve essere applicata, soprattutto per il nostro territorio che necessita di turismo- dice Tommaso Tortarolo , albergatore e presidente Giovani Imprenditori Confcommercio - quest’estate tra l'altro si è verificato un calo significativo nella provincia del 3.3% di presenze turistiche nel periodo estivo, l'istituzione porterebbe ulteriori costi non sostenibili. Spiace anche che una base degli albergatori non fosse presente e non sono state considerate le agenzie di viaggio. Oltre alla tassa, un altro problema riguarda la Dmo che comporterebbe nuovi posti di potere con un circolo di milioni di euro".

Dmo (acronimo di Destination Management Organisation), si tratta di un centro operativo formato dalla Provincia e dalla Camera di Commercio che coordinerà le imprese private per promuovere e commercializzare l'offerta turistica, una specie di "cuore" della destinazione turistica che non convince appieno gli albergatori in quanto sembrerebbe che i proventi della tassa dei Comuni vadano poi a loro volta gestiti dagli stessi e da questo sistema.

"Come UPA siamo contrari alla tassa di soggiorno - spiega Angelo Berlangieri, presidente dell'Unione Provinciale Albergatori- la tassa è stata introdotta dal 2011 ma noi abbiamo lottato, gli unici in Italia, perché non venisse introdotta, sostenendo, in passato anche la battaglia della marcia dei 600. Il Patto per il turismo della Regione ha introdotto la lista dei comuni turistici e da luglio 2017 chi vuole può usufruirne. Il ruolo concreto e reale è fare in modo che se qualcuno la vuole istituire crei meno danno possibile".

La situazione è ancora in divenire, tutto per ora nel gioco delle ipotesi, ci sono da chiarire alcuni punti che hanno creato perplessità proprio tra Unione Provinciale Albergatori e Federalberghi, per quanto riguarda i Comuni alcuni sembrano aver cambiato idea sull'introduzione, altri invece non ne necessitano in quanto i bilanci non sono in sofferenza

Luciano Parodi

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