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Attualità | 04 dicembre 2017, 16:18

Savona, Smart Energy Building, il campus universitario si autolimenta grazie all’energia rinnovabile

Geotermia del sottosuolo, pannelli fotovoltaici e smart grid: queste le peculiarità della nuova palazzina

Savona, Smart Energy Building, il campus universitario si autolimenta grazie all’energia rinnovabile

“L’edificio è caratterizzato per essere uno ‘Zero Emission Building’, il fabbisogno di energia termica sia d’inverno che d’estate è soddisfatto ricorrendo alla geotermia del sottosuolo al 100 per cento, il fabbisogno d’elettricità ricorre all’elettricità prodotta dai panelli fotovoltaici, qualora questa non bastasse l’edificio è connesso alla nostra smart grid che gli fornisce l’energia che necessita o riceve, sempre energia rinnovabile, in definitiva non emette C02 in atmosfera nel suo normale funzionamento”.

Così il prorettore Federico Delfino ha spiegato il funzionamento della nuova palazzina “Smart Energy Building” presente al campus universitario e intitolata a Pietro Oliva, matematico e docente di analisi matematica all’università savonese.

All’inaugurazione erano presenti il ministro della difesa Roberta Pinotti, il rettore dell’Universitá di Genova Paolo Comanducci, la presidente di Enel Patrizia Grieco, il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, il Prefetto Giorgio Manari e la presidente della Provincia Monica Giuliano. “La difesa è tra i principali consumatori di energia, siamo partiti da uno spending review e da un piano nazionale energetico -spiega una soddisfatta Ministro Pinotti - ho chiesto al generale Noto di preparare un progetto che abbia relazioni con l’università. Il futuro è la cyber security, non siamo ancora fuori tempo massimo ma bisogna correre al più presto per essere al passo con i tempi, il dialogo tra difesa e università e enti locali è diventato molto più fluido”.

Il progetto finanziato al 90 per cento dal Ministero dell’ambiente grazie a una grande collaborazione con Enel vede presente al suo interno un impianto geotermico a pompa di calore con 8 sonde verticali che scendono a più di 100 metri di profondità, per una lunghezza complessiva di 1 km, scambiando calore col terreno per un totale di 45 kW, un impianto di recupero acqua piovana, facciate ventilate e a cappotto, un impianto di illuminazione a led, una palestra u-gym ( laboratorio del corso di scienze motorie) che permetterà agli studenti che la utilizzeranno in ogni sessione didattica, di tradurre i propri “sforzi” fisici” in energia che verrà immessa nella rete elettrica del Campus.

Il Living lab microgrid Unige-Enel invece permetterà la gestione dell’isola energetica sostenibile urbana, il vehicle to grid, l’integrazione funzionalità Interfaccia Regolazione Energia e l’integrazione funzionalità Energy Management System.

“Le tecnologie che stiamo utilizzando sono tecnologie allo stato dell’arte, di mercato e non sono sperimentali - prosegue Delfino - sia i sistemi di produzione che quelli di distribuzione e di misura, ma anche quelli di controllo sono prodotti che oggi si possono acquisire. L’idea dell’università è quella di sperimentare questo modello in un compendio universitario per far capire a stakeholder istituzionali ed industriali che queste soluzioni non solo sono di mercato ma dobbiamo applicarle nelle città del futuro”.

 

“Si tratta di una realizzazione che bene si innesta nel progetto più ampio di rendere Savona una città sostenibile. Questo progetto ci aiuterà in questo percorso. Il campus universitario ci ha già aiutato nella raccolta dati che ci ha permesso di ottenere, prima città europea, la pre-certificazione di ‘Leed for Cities’. Nel 2018 speriamo di ottenere la certificazione vera e propria, cosa che ci metterebbe a fianco di città come Washington e Phoenix” spiega il Sindaco Ilaria Caprioglio.

“Siamo stati la prima città europea ad aderire e questo ci ha dato la possibilità di rimodulare il contratto e non avere alcun costo per la nostra città- prosegue la Caprioglio - solo l’impegno, da parte dei nostri uffici, di raccogliere i dati. Da quei dati, con la certificazione, potremo partire per capire dove andare a migliorare dal punto di vista energetico, idrico, sostenibilità sociale, trasporti e differenziata”.

“Questo è un esempio concreto di quello che potrebbe essere il futuro -dice Patrizia Grieco, presidente di Enel - noi qui stiamo sperimentando tecnologie molto importanti per l’evoluzione che una utility deve affrontare nella transizione energetica. Stiamo sperimentando mobilità elettrica, vehicle-to-grid, forme innovative di utilizzo di micro grid e di rinnovabili. Stiamo sperimentando quello che in realtà servirà per la gestione ottimale di una grande città o di una città in generale. Noi vogliamo essere sostenibili. Mettiamo i soldi che servono per sostenere il nostro futuro e delle comunità in cui viviamo”.

 

 

Luciano Parodi

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