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Politica | 08 luglio 2020, 16:26

Finale è il primo Comune in Italia ad approvare la definizione operativa di antisemitismo IHRA

Il Consiglio Comunale, dopo un lungo iter e il confronto con l'Associazione Italia-Israele, inserisce nel proprio statuto un impegno effettivo contro l'odio razziale

Finale è il primo Comune in Italia ad approvare la definizione operativa di antisemitismo IHRA

Ufficializza il proprio impegno effettivo contro l'odio razziale antisemita il Comune di Finale Ligure, ed è il primo Comune in Italia a muovere questo passo.

Nella seduta odierna del Consiglio Comunale infatti l'assemblea ha votato favorevolmente la mozione presentata dai gruppi di minoranza “Per Finale” e “Le Persone al Centro”, insieme al consigliere Cervone, per l’adozione nel proprio Statuto della definizione operativa di antisemitismo deliberata nel 2016 dall’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA).

Il punto era già stato presentato durante gli scorsi consigli di febbraio e maggio, ma la discussione aveva visto il rinvio dovuto ai tempi risicati di allora e ad alcune modifiche volute dalla maggioranza per affinarne il testo.

Quanto approvato quest'oggi, infatti, non corrisponde appieno alla definizione del 2016. Al suo interno, dopo un confronto tra gli organi amministrativi e l'avvocato Cristina Franco, presidentessa dell'associazione Italia-Israele, sono stati introdotti alcuni comma specifici con l'intento “di adeguare il testo attualizzandolo rispetto a quanto accade nel mondo” ha spiegato il presidente del consiglio Franco De Sciora.

In particolar modo, il Comune di Finale Ligure, con questa definizione modifica l'articolo 1 estendendo la definizione , nel comma 12, l'impegno a “denunciare, contrastare e rimuovere ogni discriminazione per ragioni di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, di origine nazionale o sociale, di condizione economica, di nascita e di orientamento sessuale”.

Massima condivisione è arrivata dal parlamentino, sia dalla maggioranza che dalla minoranza, fatta esclusione per la consigliera Cileto. “Mille sono gli esempi di razzismo che potremmo aggiungere in elenco nel nostro Statuto. Allora, proprio perchè non si può fare un elenco infinito, il nostro Statuto dovrebbe avere come unico cappello quell'articolo 3 della nostra Costituzione che nacque proprio dopo la Shoah e il massacro del popolo ebraico che fu un esempio della malvagità umana, ma non l'unico” ha concluso la capogruppo di “Per Finale”.

L'approvazione è comunque arrivata con quattordici voti favorevoli su quindici votanti, portando il piccolo Comune finalese, sotto l'aspetto normativo, al livello di città come Londa e Berlino che già avevano preso tale impegno concreto nell'affrontare il razzismo e le discriminazioni.

Mattia Pastorino

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