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Attualità | 27 maggio 2021, 17:12

Sicurezza e tutele sul lavoro, i riders savonesi: "Dateci una casa per le nostre esigenze"

Durante il presidio davanti alla Prefettura la richiesta di Nidil Cgil: un hub dove disporre di alcuni servizi basilari come un allaccio per caricare il cellulare o un servizio igienico

Sicurezza e tutele sul lavoro, i riders savonesi: "Dateci una casa per le nostre esigenze"

E' uno dei settori lavorativi tra i più cresciuti negli ultimi anni, in maniera particolare nel "nuovo mondo" post pandemico, e questa crescita porta con sé una battaglia per la conquista di quei diritti che spettano ai lavoratori.

Stiamo parlando dei riders, che stamani durante il presidio dei sindacati davanti alla Prefettura di Savona per chiedere a gran voce sicurezza e salute sui luoghi di lavoro hanno portato la loro voce insieme agli altri lavoratori del savonese.

Due tematiche molto sentite dal settore, il quale rappresenta una sorta di avamposto sull'argomento proprio per la natura dell'impiego, esposto in particolare ai pericoli della strada e alle avversità del meteo.

"Dal punto di vista della sicurezza non siamo tutelati per nulla" spiega Eric Nicolino, in nome della rappresentanza presente in piazza Saffi. 

Se dal punto di vista del contratto e delle tutele già nelle scorse settimane i riders savonesi avevano fatto quadrato insieme al Nidil Cgil, nel corso dei giorni una nuova idea si è fatta strada tra questi lavoratori: quella di una "casa" dove poter usufruire di servizi basilari come una presa di corrente dove poter ricaricare i cellulari, fondamentali per il tipo di impiego, o disporre di servizi igienici.

"Questa è una delle categorie tra le più disagiate parlando di sicurezza - spiega la segretaria Nidil, Stefania Druetti - non hanno nessun tipo di tutela come l'infortunio, il Tfr, ferie, tredicesima e quant'altro. Questo primo passo sul territorio che abbiamo cominciato a muovere col Centro Polifunzionale Le Officine e col Comune di Savona ci auguriamo possa al più presto andare in porto per fornire uno spazio e un sostegno a questi lavoratori che sono precari, schiavi del click e di questa generazione".

"Noi chiediamo un 'hotspot', un luogo dove ritrovarci durante il lavoro tra una consegna e l'altra - continua Nicolino - Un primo riconoscimento di diritti a livello territoriale per andare avanti".

Mattia Pastorino

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