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Attualità | 10 ottobre 2021, 13:30

Cittadinanza onoraria a Mussolini a Finale, aumentano le voci a favore della revoca

La testimonianza di Adelmo Cervi: "Il fatto storico sono le persone uccise dal Regime". L'Aned savonese: "Si rischia di cancellare la Memoria di coloro che si batterono contro la dittatura"

Cittadinanza onoraria a Mussolini a Finale, aumentano le voci a favore della revoca

Poco più di ventiquattr'ore separano dal voto sulla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini nel consiglio comunale di Finale, e intanto si incrementa il coro di voci dal mondo associazionistico e non solo per invitare i consiglieri ad appoggiare la mozione. 

Una richiesta che va di pari passo con le critiche alle parole del sindaco Frascherelli (leggi QUI), che per ultime, in ordine di tempo, arrivano non solo dalla provincia. 

Dall'Emilia Romagna, attraverso la sezione finalese dell'Anpi, alla quale esprime "solidarietà e vicinanza in questa vicenda molto amara", è Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti nel '43 a Reggio Emilia, che si dice "particolarmente coinvolto" perché ciò "accade proprio nella 'mia' seconda regione dove ho molti amici e compagni", dice Cervi.

"E' una vergogna scoprire che Mussolini abbia ancora la cittadinanza onoraria ed è vergognosa l'intenzione di chi rappresenta le istituzioni (di una repubblica antifascista nata dalla resistenza) di non revocare la cittadinanza al capo del fascismo e massimo responsabile della morte di miglia di persone" afferma. 

"Questo è un fatto storico - scrive poi con forza riferendosi alle parole del sindaco Frascherelli - I nostri nonni si rivoltano nella tomba a sentire certe parole, proprio loro che si sono sacrificati per la nostra libertà e la nostra democrazia".

"Anche io avevo un nonno, un nonno che ha visto uccidere sette figli per colpa di un dittatore criminale - ricorda Cervi - Altri nonni, altre nonne, altri padri, altre madri, altri fratelli ed altre sorelle hanno pagato con la vita i crimini del nazifascismo il cui massimo esponente nessun onore può avere".

"Sono convintamente al fianco di chi protesta e si oppone ad ogni forma di revisionismo. Non ci dev'essere più spazio, dopo 76 anni dalla liberazione, per nessun tentativo di riabilitazione e le istituzioni non devono esserne complici. Certe schifezze non possono passare in silenzio, non revocare la cittadinanza non è un falso storico ma un'offesa ai partigiani e civili, come Marzabotto e Stazzema insegnano, che pagarono con il sangue del nostro sangue e i nervi dei nostri nervi" conclude nella sua lettera Cervi. 

Un messaggio a cui si unisce simbolicamente anche la sezione Aned di Savona e Imperia che ritiene la vicenda "inaccettabile" quanto sta avvenendo "dove nel 2019 furono poste le 'pietre d’inciampo' per ricordare gli antifascisti locali deportati nel campo nazista di Mauthausen, da cui fecero ritorno solo Antonio Arnaldi e Giovanni Frattini". 

Solidarizzando con l'Anpi finalese e ricordando anche l’avvocato Renato Wuillermin, uno dei sette martiri assassinati dai nazifascisti il 27 dicembre 1943 al Forte della Madonna degli Angeli, il presidente Simone Falco condanna le dichiarazioni del sindaco ritenendo "un gravissimo errore politico e istituzionale" un falso storico "non ribadire la natura dispotica, aberrante e criminale del regime fascista; e non ricordare come sul capo del Duce pesino le responsabilità del delitto Matteotti, della devastazione delle Camere del Lavoro, della distruzione del Parlamento, dell’annientamento delle libertà costituzionali nel nostro Paese, della persecuzione violenta degli oppositori politici, dell’infamante legislazione razziale che, tristemente avallata da Re Vittorio Emanuele III, spalancò agli ebrei italiani i cancelli dei campi nazisti dai quali pochissimi fecero ritorno, nonché della guerra di aggressione combattuta accanto alla Germania hitleriana e della tragica morte di tanti patrioti combattenti nella Guerra di Liberazione". 

"Se lunedì 11 ottobre il Consiglio Comunale di Finale Ligure non revocherà la cittadinanza a Mussolini - dicono dall'Aned - rischierà di cancellare la Memoria di chi si è battuto, compresi tanti finalesi, contro la dittatura fascista: sarebbe un atto grave e incomprensibile, specie da parte di una Amministrazione con cui spesso l’Aned ha collaborato in anni passati, in particolare nell’organizzazione dei Viaggi della Memoria ai campi nazisti".

Il presidente Falco conclude poi ricordando le parole dell'avvocato Gianfranco Maris, storico Presidente dell’Aned Nazionale e finalese d'adozione, il quale "scriveva che non basta definirsi democratici, ma è necessario dirsi apertamente anche antifascisti", con un richiamo al ruolo delle istituzioni e chiedendo al sindaco "di ripensare la propria posizione e di avviare immediatamente la procedura di revoca della cittadinanza al Duce, senza indugi e senza ambiguità".

Mattia Pastorino

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