Una ragazza savonese di 15 anni con disabilità intellettiva seguita dalla struttura di neuropsichiatria infantile dell'Asl2 di via Chiappino a Savona da quando aveva 4 anni, ma la madre chiede una presenza più puntuale dell'azienda sanitaria visti i problemi riscontrati dalla figlia soprattutto da quando ha iniziato le scuole superiori.
"Hanno ridotto le ore dell'educatrice, da 6 a 4 ore senza darci una spiegazione, negli ultimi 5 anni l'Asl se n'è lavata le mani, ha cambiato la neuropsichiatra che la seguiva dicendoci che se ne doveva occupare la scuola o l'educatrice" spiega la madre.
"Ha iniziato da poco il liceo e si trova in difficoltà, non in classe dove non ha problemi ma quando torna a casa, ogni giorno ha una crisi di rabbia, autolesionismo - continua il genitore - ho chiesto alla psicologa e mi hanno detto di non fare nulla, di rassicurarla".
"Da qualche anno, ed è la normalità, ha un atteggiamento diverso nei confronti dei maschi, non riusciva a controllarli e ci hanno detto che doveva occuparsene l'educatrice ma ci voleva qualcuno che desse dei consigli, che le spiegasse. Siamo rimasti da soli, sembra quasi che per una persona con problemi, il tema della sessualità non debba essere affrontato".
La madre lamenta anche la cadenza degli incontri con il gruppo integrato, nel quale si riuniscono una volta l'anno la famiglia, la scuola, l'Asl o il centro convenzionato e altre figure professionali che seguono la ragazza per stilare il piano educativo integrato.
"Mi chiedo come fa la Asl che non vede mai mia figlia, con una psicologa che vede i ragazzi dai 14 anni in su e che abbiamo conosciuto la settimana scorsa, a dirci che lei non ha nessun problema. Ci siamo sempre dovuti arrangiare da soli, senza il loro aiuto ma ora cosa posso fare per limitare questi attacchi? Quando si impegnano a seguirla?" conclude la madre.