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Al Direttore | 23 dicembre 2021, 08:02

"Per la stessa diagnosi cambiano a piacimento i codici di intervento per fare cassa"

Un 21enne denuncia quanto accaduto all'ospedale di Albenga

"Per la stessa diagnosi cambiano a piacimento i codici di intervento per fare cassa"

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera arrivata alla nostra redazione: 

"Mi chiamo Mattia Frisina, ho 21 anni e vi chiedo gentilmente di pubblicare quanto di seguito da me denunciato: il 18 ottobre mi sono recato all'allora punto di primo intervento dell’ospedale di Albenga per una distorsione alla caviglia, dove mi è stata fatta una visita, nonché i raggi, e poiché considerato codice verde non ho dovuto pagare nessuna quota". 

"Il 10 dicembre mi sono di nuovo fatto male alla stessa caviglia. Cosi mi sono recato nuovamente all'ospedale di Albenga, all'ambulatorio di bassa complessità che ha sostituito il punto di primo intervento, dove mi sono state fatte le stesse procedure e diagnosi, ma questa volta essendo considerato codice bianco con una richiesta di 58,31 euro. Memore del comunicato stampa del presidente della Regione Toti che annunciava l’apertura di questo ambulatorio per garantire la continuità assistenziale, non veniva citato che bisognasse pagare, quindi già nella nota c’è un vizio di comunicazione". 

"Per questo ho scritto all'Urp della Asl 2 e per conoscenza al Distretto Asl e al responsabile generale, il dottore Brusa, e per conoscenza al Distretto del Ponente Savonese, dottor Cirone, affinché mi venga annullata la quota da pagare, in quanto per la stessa identica diagnosi è assurdo cambiare i codici di intervento a piacimento. Se prima era verde magicamente diventa bianco per far cassa". 

"Soprattutto voglio informare i cittadini in quanto sono ignari che si debba pagare visto che nel comunicato non era specificato. La cosa assurda è che se facevo i raggi al centro privato di Albenga Casa della Salute avrei pagato poco più di 30,00 euro, quindi c’è una palese agevolazione ai centri privati rispetto a quelli pubblici, disegno ampiamente voluto dalla Regione". 

"Si incentivano i pazienti a rivolgersi ai centri privati, dividendoli in serie A e B. Ci sono molte persone che non si possono curare a pagamento, tutto questo è un’ingiustizia sociale". 

Lettera firmata, Mattia Frisina

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