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Attualità | 25 febbraio 2022, 13:51

Lotta al degrado a Savona, via al progetto dei "Custodi del bello": al lavoro persone fragili da reinserire

Saranno formate squadre da 4 persone su turni da 5 ore al giorno per la cura e le piccole manutenzioni. Coinvolte Fondazione Diocesana e Azimut con il supporto di Rotary e Randstad

Lotta al degrado a Savona, via al progetto dei "Custodi del bello": al lavoro persone fragili da reinserire

Curare e fare manutenzione sui beni comuni della città; creare opportunità di reinserimento sociale e lavorativo per soggetti fragili; creare un circolo virtuoso tra amministrazione e cittadini: questi sono gli obiettivi dei ‘Custodi del Bello’, un progetto che arriva anche a Savona, quarta città in Italia, dopo Firenze, Milano, Brescia e Roma.

"È il primo passo per cercare di ridare il decoro alla città, non risolve i problemi ma è un tassello che vede uniti in un patto più soggetti diversi. Si mettono tutti insieme intorno ad un tavolo per concorrere da un lato verso il reinserimento lavorativo e per dare un decoro della città costituendo un'alleanza tra i cittadini e l'amministrazione" ha spiegato il sindaco Marco Russo presentando il progetto che unisce l’azione del pubblico a quella del privato sociale con Fondazione Diocesana-Comunità e Servizi e sostenuta da Fondazione Azimut onlus, con il supporto operativo di Rotary e Randstad.

I Custodi del Bello curano il degrado e mettono il lavoro al centro e la filosofia è quella di fare entrare le persone in un percorso formativo che le porterà ad avere un’opportunità lavorativa futuro.

A regime saranno impiegate squadre da 4 persone su turni di 5 ore al giorno e saranno regolarmente retribuite (tramite borse lavoro), dotate di assicurazione e di tutte le protezioni antinfortunistiche.

Mentre Fondazione Azimut finanzia il progetto, Fondazione Diocesana si occuperà di individuare i soggetti fragili o in difficoltà economica da inserire nel progetto. Randstad, invece, farà formazione e orientamento dei beneficiari coinvolti anche per la successiva fase di formazione e futuro inserimento lavorativo.

Le attività delle squadre dei Custodi del Bello saranno programmate nelle tempistiche e nelle modalità operative dal Comune, anche sulla base delle segnalazioni che arrivano dai cittadini e dai quartieri ed entro marzo dovrebbe partire il progetto.

Tra le attività da svolgere ci saranno, ad esempio, la verniciatura delle panchine, rastrelliere delle biciclette e di altri elementi di arredo urbano, la pulizia dei giochi per i bambini, dei prati dopo lo sfalcio del verde, delle aree cani, la rimozione dei graffiti, degli adesivi sui pali della luce, le tinteggiature interne nelle scuole e, in prospettiva, anche la guardiania e la pulizia dei servizi igienici pubblici.

“E’ evidente che non pensiamo di risolvere il problema del degrado con questo progetto - è il commento dell’assessore alla città vivibile Barbara Pasquali - Ma è il primo passo. Il degrado chiama il degrado, nella stessa misura il gesto di chi si prende cura di un bene comune genera emulazione. E’ un progetto che ci rende particolarmente orgogliosi, perché siamo convinti che genererà un circolo virtuoso tra amministrazione e cittadini”.

“E’ un modello in cui vincono tutti - dichiara l’assessore al welfare e comunità Riccardo Viaggi - le persone fragili ricreano una rete sociale e vengono inserite nel mondo del lavoro, mentre i cittadini potranno abitare in città più vivibili e solidali grazie alla cura degli spazi urbani e al coinvolgimento di persone socialmente fragili”.

Il progetto è finanziato da Fondazione Azimut. “Qui come nelle altre città italiane - ha spiegato Alberto Becchi - contribuiamo con 36mila euro. Ma, mentre a Firenze, Brescia, Roma e Milano, il nostro contributo rifinanzia progetti già in corsa, qui a Savona partiamo da zero, stiamo varando una nuova iniziativa che avrà ricadute molto positive sulla città”.

"Non è stato facilissimo mettere a terra questo progetto, sviluppiamo qualcosa che è già stato messo in atto in altre città ed è un processo che fa vincere tutti e che mette al centro la persona" ha specificato Marco Berbaldi, presidente della Fondazione Diocesana Comunità e Servizi Onlus.

Il progetto prevede 3 fasi: l'individuazione dei luoghi da sistemare da parte dell'amministrazione e nel frattempo verranno formate le squadre composte in totale da 18 persone.

Successivamente verranno formate e poi saranno impegnate nel lavoro, accompagnate da un caposquadra. Infine attenzione ad un acompagnamento all'inserimento lavorativo. Nell'arco di un anno l'obiettivo è che le persone possano riuscire a trovare un lavoro.

 

Luciano Parodi

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