Non torna sui suoi passi e così, pur avendo lasciato il Movimento 5 Stelle che del vincolo di due mandati ha fatto una delle sue più caratterizzanti politiche per gli iscritti, il senatore Matteo Mantero non prenderà in alcun modo parte alle liste per le prossime elezioni politiche del 25 settembre.
Lo ha annunciato sul proprio profilo Facebook, non senza rimarcare il proprio appoggio al progetto politico di "Potere al Popolo", partito a cui ha aderito nei mesi scorsi dopo essere stato espulso dal M5S, definendolo "l’unica cosa bella e politicamente significativa in questo panorama desolante [...] un progetto che ha una visione del futuro chiara e contrapposta a quella capitalo centrica, che ci schiaccia e ci ruba la vita per quattro spiccioli, depauperando tutto ciò che è bello e sano intorno a noi".
Il supporto a Pap e Unione Popolare nelle "battaglie storiche che i più hanno abbandonato" come quelle per "la difesa dei lavoratori, dei diritti, dell’uguaglianza tra le persone e i popoli, della libertà, dell’ambiente" resterà. Non più come parlamentare però, nel solco dell'idea secondo cui la politica va intesa "come servizio alla comunità e non come ufficio di collocamento".
Ad attenderlo ora una vita diversa ma, assicura, "con la mia Silvia e i nostri due dirompenti cuccioli e sarà un nuovo bellissimo inizio", una volta lasciata alle spalle l'attività politica.
Di cui fa un rapido bilancio: "Avrei voluto fare di più in questi anni, ma sono orgoglioso di aver visto, insieme a Silvia, il Parlamento approvare la mia legge sul biotestamento. Di aver visto la mia legge sul divieto di pubblicità al gioco d’azzardo entrare nel decreto dignità (peccato per buchi clamorosi lasciati dalle linee guida Agicom) e la mia norma che consente ai pescatori di recuperare la plastica, che infesta i nostri mari, di far parte della legge salva mare. Sono contento di aver potuto combattere per decriminalizzare la Cannabis e per il diritto all’eutanasia. Resta tanto da fare, ma il mio aiuto non mancherà".
Proprio ai malati in cura con la cannabis terapeutica va un suo particolare pensiero: "Infine chiedo scusa, a chi non sono riuscito ad aiutare in questi anni, tanti purtroppo, soprattutto ai malati che si curano con la Cannabis e ai coltivatori di canapa a cui avrei voluto garantire regole chiare per poter lavorare. Ce l’ho messa tutta, ma chiaramente non è stato abbastanza".
"È stato emozionante far arrivare la voce di tanti fin dentro il Parlamento, un onore e un privilegio. Grazie per avermene dato la possibilità. Adesso toccherà ad altri, ma io, se vorrete ci sarò" conclude il senatore uscente, ringraziando "tutti quelli che mi hanno aiutato, accompagnato, sostenuto, criticato (le critiche sono sempre utili), insultato, difeso" e alle persone conosciute in questo percorso.