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Politica | 27 maggio 2023, 12:17

Classi più piccole, più risorse e attenzione alle fragilità: la riforma dell'istruzione secondo Sinistra Italiana

Alla SMS San Lorenzo di Savona, l'ex sottosegretario all'Istruzione e senatore De Cristofaro ha illustrato la legge di riforma dell'istruzione

Verso un cambiamento nella Scuola: la proposta di riforma di Sinistra Italiana

Verso un cambiamento nella Scuola: la proposta di riforma di Sinistra Italiana

La proposta prevede classi con un massimo di 18 studenti, per seguire meglio anche quelli con fragilità. Si propone il potenziamento delle scuole e delle realtà territoriali più fragili, mediante risorse umane, finanziarie, pedagogiche e culturali, e l'estensione dell'obbligo scolastico fino ai 18 anni.

Questi sono alcuni dei punti della proposta di legge per la riforma della scuola presentati da Sinistra Italiana nell'incontro pubblico di questa mattina, alla SMS San Lorenzo, a Savona. L'incontro è stato organizzato da Sinistra Italiana con interventi di Gabriella Branca, assessore del Comune di Savona e Presidente dell'Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana, Giuseppe De Cristofaro, senatore di Alleanza Verdi e Sinistra ed ex sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, Giuseppe Buondonno, docente e responsabile della scuola di Sinistra Italiana, Elisa Di Padova, vicesindaco del Comune di Savona, Mario Lugaro, segretario Generale della FLC Cgil Liguria, e Luigi Lanza, consigliere comunale di Sinistra Italiana.

«Bisogna ripensare l'idea di scuola pubblica così come è stata definita negli ultimi decenni», ha spiegato De Cristofaro, «proprio ora che la scuola pubblica è sotto attacco. La scuola ha molto a che fare con la democrazia e con la possibilità per tutti, compresi i ragazzi e ragazze più svantaggiati, di migliorare la propria condizione sociale. Purtroppo, questa possibilità si è molto ridotta negli ultimi anni. Penso che si debba pensare ad una scuola che deve formare soprattutto cittadini, non solo lavoratori, con classi più piccole e maggiori fondi. Non si può risparmiare sull'istruzione e sulla sanità, che sono fondamentali per la società.»

Un problema riguarda il corpo docenti, sempre più precario e sottopagato in Italia rispetto ad altri Paesi europei. «Ci sono ormai circa 200 mila precari su un totale di un milione di insegnanti», prosegue De Cristofaro, «e questa situazione è inaccettabile. I docenti italiani sono sottopagati. E' evidente che se si attua una politica di tagli, queste situazioni diventano inevitabili. Noi pensiamo che sulla scuola non si debba risparmiare e che si debba trovare un sistema fiscale progressivo per destinare maggiori risorse a istruzione e sanità.»

Negli ultimi anni gli istituti tecnici hanno "rubato" studenti ai licei, anche su richieste di soggetti come l'Unione Industriali, che lamentano la carenza di diplomati alle scuole professionali. «Non è accettabile predestinare il percorso scolastico di un ragazzo sulla base del contesto familiare», afferma De Cristofaro. «Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità di partenza, indipendentemente dal background familiare.»

Infine, De Cristofaro ha affrontato il problema dell'accesso alla facoltà di Medicina a numero chiuso, un sistema che ha dimostrato tutte le sue criticità nel periodo del COVID-19 e che si scontra con la sempre maggiore carenza di medici.

«Pensiamo che il numero chiuso sia completamente inattuale e da rivedere - ha evidenziato - La formazione di un medico richiede dieci anni, perciò bisogna pensare a lungo termine. Continueremo a insistere su questo tema, nonostante il governo non sembri particolarmente aperto al cambiamento. Tuttavia, ho l'impressione che nella società inizi a crescere il consenso su questo punto.»

Elena Romanato

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