ELEZIONI COMUNE DI ALBENGA
ELEZIONI COMUNE DI FINALE LIGURE
ELEZIONI COMUNE DI GARLENDA
ELEZIONI COMUNE DI ALBISOLA
 / Cronaca

Cronaca | 30 aprile 2024, 16:18

50 anni fa la prima bomba di Savona: l'attentato al palazzo del senatore Varaldo

Il 30 aprile del '74. Il racconto dell'ex vice comandante dei vigili del fuoco Costantini

50 anni fa la prima bomba di Savona: l'attentato al palazzo del senatore Varaldo

I savonesi in piazza negli anni delle "bombe di Savona" (foto dall'archivio Cgil)

30 aprile 1974. 50 anni fa a Savona scoppiò il primo dei 12 ordigni che per un anno intero terrorizzarono la città della Torretta.

Una delle pagine più buie non solo per il comune savonese ma per tutta Italia. Un periodo nel quale purtroppo regnò la paura legata agli scoppi delle bombe ma che creò anche un senso di comunità e di unione non indifferente.

Quel giorno l'obiettivo dell'associazione terroristica neofascista Ordine Nero (avevano rivendicato l'attentato il 3 maggio seguente con una lettera inviata a Il Secolo XIX a Genova. ndr) era il senatore della Dc Franco Varaldo, chirurgo e presidente dell'Ordine dei Medici. La prima bomba scoppiò proprio nel palazzo dove viveva in via Paleocapa. Per miracolo non ci furono feriti.

In servizio come vicecomandante dei vigili del fuoco della stazione di Savona era presente Michele Costantini, allora 32enne.

"Venivo da Genova e una delle cose che ricordo che mi era stato dai miei colleghi genovesi era di andare tranquillo che Savona era una città tranquilla, c'era solo qualche problema con gli incendi boschivi. Mi sono ritrovato però in una 'guerra' durata un anno - racconta Costantini -. Avevamo ricevuto una chiamata alla centrale operativa di via Nizza e ci veniva detto di andare subito in via Paleocapa perchè si era verificato uno scoppio in un portone all'altezza del bar Barolo nel bivio con via Pia. Successivamente poi sono piovute altre chiamate che avevano dato il segnale che si trattava di una cosa seria. Il telefonista mi aveva detto subito che era un brutto segno".

I vigili del fuoco savonesi sono partiti dalla sede con due mezzi pesanti, l'autoscala e un carro che veniva chiamato carroteli per il soccorso delle persone. In totale 4 gli automezzi e 12 i pompieri presenti. In caserma era rimasta una squadra operativa per altre emergenze in città

"Il portone era distrutto, c'erano detriti, pezzi di legno nella zona dei portici e all'interno fumo, polvere ed una prima rampa di scale distrutta con la difficoltà di salire al primo piano - prosegue l'ex vicecomandante in servizio dal 72 al 2007 a Savona - Abbiamo messo quindi una passerella sui pochi gradini rimasti in piedi e i vigili sono saliti per tranquillizzare le persone. Il primo appartamento era stato quello del senatore Franco Varaldo e abbiamo capito che l'obiettivo era lui, c'era la famiglia e ho cercato di invitarlo a lasciare l'abitazione. Mi è rimasto impresso che lui non volesse andare via, c'è voluto del tempo per farlo allontanare".

"Successivamente c'è stata l'opera di sgombero e il primo approccio era capire cosa fare. Fortunatamente nessuno si era fatto male, c'erano tutte le forze dell'ordine che hanno fatto una sorta di cordone per evitare che qualcuno potesse accedere - precisa nel suo racconto degli eventi di 50 anni fa -. Subito dalle prime chiamate sembrava fosse esplosa una caldaia o una fuga di gas nessuno immaginava la bomba".

"Nell'andare a smuovere i detriti abbiamo trovato dove avevano posizionato la bomba. 10 giorni prima era stato inaugurato il Monumento di Agenore Fabbri. Poi l'attentato dalla palazzina di Varaldo e il giorno dopo sarebbe stato il Primo maggio. Tutti segnali che hanno fatto pensare ad un atto terroristico. Da quel momento è partito l'anno più terribile della città dalla Seconda Guerra, ed è durato un anno. Non aver trovato i veri colpevoli parte anche dalle prime indagini fatte forse senza strategie, non si capisce perché non fossero partite subito" conclude Costantini.

Cronologicamente scoppiarono bombe il 9 agosto alla centrale Enel di Vado; il 9 novembre nel Palazzo della Provincia; il 12 novembre alla scuola di via Machiavelli; il 16 novembre su un viadotto ferroviario al Santuario e in un palazzo di Via dello Sperone; il 20 novembre in un palazzo di via Giacchero; il 23 novembre alla stazione dei carabinieri di Varazze e sull'autostrada Savona-Torino all'altezza di Quiliano; il 24 febbraio 1975 dietro il palazzo della Prefettura; il 25 febbraio contro un traliccio dell'Enel a Savona e il 26 maggio contro la Fortezza di Monte Ciuto. Fortunatamente una sola vittima, diversi i feriti.

In un anno che però creò un vero e proprio periodo di terrore che portò i cittadini giorno e notte a prendersi cura della propria città.

Una Vigilanza Popolare Antifascista che vedeva coinvolti proprio i singoli cittadini, le associazioni, le Croci, Bianca e Rossa, le sezioni di partito, le parrocchie, le scuole, le fabbriche.

Tutti insieme per difendere dal terrorismo Savona. Anche se ad oggi vere risposte non sono mai arrivate.

Luciano Parodi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium