Condanne dai 3 ai 6 anni e due mesi.
Queste le richieste del Pubblico Ministero Massimiliano Bolla per 7 soggetti rinviati a giudizio con l'accusa di ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio aggravate dalla transnazionalità e associazione a delinquere.
L'operazione della squadra mobile della polizia, nata nel maggio 2017 grazie a una segnalazione, vedeva al centro l'importazione in Italia di auto di lusso (principalmente Porsche, BMW, Lexus) rubate in Germania, Olanda e Belgio e poi vendute con documenti falsi.
A capo dell'organizzazione era presente C. D. G. , 38 anni, nato in Germania e residente a Bordighera (che ha patteggiato nei mesi scorsi) , che grazie ai contatti presi dalla moglie L. N. , con il sodalizio criminale lituano, avevano dato il via all'organizzazione criminosa.
Delle auto venivano falsificate le targhe, i documenti e il telaio e venivano portate in Italia, da due cittadini lituani che si incontravano in un garage di Imperia, (per i quali era stata fatta richiesta di mandato d'arresto europeo), i mezzi poi venivano intestati a un prestanome e venivano vendute.
Da lì l'associazione a delinquere, con tutti gli arrestati che avevano il compito di procacciare clienti. Le auto venivano vendute per una cifra che si attestava intorno ai 30mila euro quando un'auto di quella fattura poteva arrivare a costare circa 80mila euro (erano stati individuati due mezzi, una Porsche di colore blu e una Toyota, modello Rav 4).
Il compito della struttura criminale con sede in Italia era quello di predispone documenti falsi per occultare la provenienza illecita dei veicoli rubati e rivenderli, dopo averli nuovamente immatricolati, sul mercato italiano a prezzi vantaggiosi per il cliente e con rilevante profitto per gli indagati.
La struttura criminale aveva sede nel Ponente Ligure ed in particolare in Albenga e in Bordighera e si avvaleva della collaborazione di una agenzia pratiche auto con varie sedi nella provincia di Savona.
Il gruppo criminale era inoltre dedito alla predisposizione di documenti falsi di varia natura, ed in particolare patenti di guida e passaporti provenienti dalla Lituania, che venivano messi in commercio in Italia con rilevanti guadagni.
Le cifre si attestavano dai 4mila ai 6mila euro per i passaporti e 2mila euro per le carte d'identità e questi documenti (all'incirca 100) venivano messi a disposizione di cittadini stranieri.
Il secondo filone d'indagine si era concentrato sull'ampliamento del giro da parte di D. G. , il quale si era messo in contatto con un gruppo di criminali sinti che compravano le auto su siti di rivendita, si incontravano davanti a un agenzia di pratiche auto, pagavano con un assegno falso e truffavano i proprietari.
Alla conclusione dell'indagine erano circa stati 42 gli indagati, 25 i denunciati (tutti italiani) e 12 gli arrestati.
Il pm ha chiesto 4 anni per Domenico Marziano (4mila euro di multa), 3 anni per Robert Doci (3mila euro), 4 anni e sei mesi per Francesco Ielo (5mila euro), 5 anni e 4 mesi per Armando Tortelli (12mila euro), 6 anni e due per Giovanni Abbate (5750 euro), 3 anni per Jingpo Lin (3mila euro) e per Matthew Scuffi 5 anni e 4 mesi (12mila euro di multa).