Un tuffo al mare che si è trasformato in un caso e che ha riacceso, dopo un’estate in cui il tema della gestione delle spiagge è stato spesso al centro del dibattito, i fari sulla gestione del demanio marittimo.
È quanto accaduto domenica scorsa (7 settembre, ndr) in uno dei tratti di litorale più suggestivi e apprezzati della Riviera: la spiaggia del Malpasso di Varigotti, a Finale Ligure. Protagonista il consigliere comunale di Ceriale e avvocato, Marcello Stefanì, che ha tentato di entrare nella spiaggia libera a statuto speciale per raggiungere il bagnasciuga e fare un bagno.
Secondo quanto ricostruito, all’ingresso gli è stato chiesto di pagare il biglietto di accesso, prassi prevista per i non residenti. Al rifiuto, Stefanì ha ribadito che non intendeva fermarsi in spiaggia, ma solo transitare per immergersi in mare con la compagna. Ne è nato un confronto acceso con il personale, che ha portato alla chiamata della polizia municipale. L’avvocato si è comunque tuffato, e solo dopo l’arrivo degli agenti – i quali, preso atto della situazione, hanno atteso che terminasse il bagno – ha lasciato l’arenile, mentre la compagna ha preferito uscire a nuoto da un altro accesso.
L’episodio non ha avuto conseguenze ulteriori, ma ha però riportato al centro dell’attenzione il tema dell’accesso libero al mare, proprio nell’estate in cui resta ancora sospeso il destino delle concessioni demaniali e sembrano essere stati diversi i casi di persone che avrebbero rivendicato questo diritto. Anche sulla stessa spiaggia finalese.
Sulla vicenda è intervenuta la presidente di Servizi di Riviera SpA, società partecipata del Comune di Finale che gestisce la spiaggia, Sara Badano. «La spiaggia libera è di tutti. Come non essere d’accordo – osserva –. Nel caso del Malpasso, però, era diventata di pochi, nel migliore dei casi maleducati che campeggiavano liberamente rendendola una cloaca a cielo aperto. Per anni si sono raccolte siringhe usate sull’arenile prima che questo potesse essere riconsegnato ai finalesi».
Badano ricorda che i residenti di Finale accedono gratuitamente e che l’organizzazione garantisce servizi di pulizia, sicurezza e decoro: «I finalesi non pagano nessun ingresso e gratuitamente hanno a disposizione una spiaggia in un contesto paesaggistico meraviglioso, con il servizio di salvamento garantito, i servizi igienici puliti, e la possibilità di lettini e ombrelloni a prezzi calmierati anche a ferragosto. A chi viene come turista da altre località devo chiedere un piccolo obolo, 5 euro, che contribuiscono a far funzionare un’organizzazione che conta decine di addetti tra bagnini, pulizia e controllo».
La presidente difende il “modello Malpasso”, caso più unico che raro nell'intero Stivale, e invita a non dimenticare il rispetto verso chi vi lavora: «La spiaggia libera è un diritto di tutti, la pulizia è un diritto, il servizio di salvamento è un diritto… ma a volte ci dimentichiamo dei doveri. Alla base di certe polemiche c’è la maleducazione di chi, forte dei propri diritti, dimentica il dovere di rispettare le regole e il lavoro altrui».
Il Malpasso, conclude Badano, è oggi «una spiaggia libera controllata e organizzata, con un regolamento particolare che ha trasformato un luogo di pochi in un luogo per tutti». Un equilibrio delicato, che resta al centro della discussione insieme al futuro delle concessioni demaniali e al nodo, mai del tutto risolto, del libero accesso al mare.














