Un grande evento musicale come la "Grande Messa ('Grosse Messe') in do minore K 427" di Wolfgang Amadeus Mozart sarà "di scena"domenica 21 settembre alle ore 20 presso la Chiesa San Domenico, nell'omonima piazza. Il Coro e l'Orchestra del Collegium Vocale di Crema, diretti da Giampiero Innocente, eseguiranno il capolavoro mozartiano nel viaggio di ritorno che vede il gruppo lombardo protagonista il giorno prima nell’Église de Saint Charles a Montecarlo.
Solisti, coro e orchestra daranno vita al grande affresco musicale in cui le mirabili melodie del genio austriaco disegnano momenti capaci di elevare quanto più in alto possibile l’animo dell’ascoltatore. I testi sacri sono trasfigurati in potenti armonie corali, complesse arie dal carattere a volte delicato e dolce, a volte drammatico e dialoghi vocali e strumentali degni delle opere più complesse e impegnative. Lo stile della "Messa" è una sublime sintesi dei temi mozartiani: fin dalle prime battute del "Kyrie" l’ascoltatore si trova di fronte ad una ieratica maestosità sonora che rapisce per bellezza ma soprattutto per il misticismo di una vastità universale.
Le parti del solista soprano furono pensate da Mozart proprio per la moglie Constanze, valida cantante dell’epoca, e nel "Christe eleison" si comprende perfettamente il riferimento alla malattia e alla guarigione di lei. Sempre Constanze è protagonista nel meraviglioso movimento dell’"Et incarnatus est", dopo la proclamazione del "Credo".
La fede in Dio che salva e trionfa sulla morte trova così in ogni coro la grandezza di una proclamazione sincera e convinta. I due "Hosanna" che chiudono la composizione (doppia fuga con doppio coro ad otto voci) sono quanto di più solenne e ardito si potesse scrivere e, seppur incompleta, rendono questa "Messa" "aperta" ad un tempo celeste e trascendente.
Discutibili, controversi, accesi in dissertazioni senza fine, musicisti e studiosi contemporanei attestano comunque concordi un fatto incontestabile: è la "Messa" più intrigante e moderna di Mozart. Chi suona e canta ma anche chi ascolta si trova immerso in un vortice di bellezza eterna: ogni volta che quelle poche note del "Kyrie" attaccano l’esecuzione inizia non solo la musica ma la seduzione di ogni spirito, portato e riportato continuamente verso l’Alto.














