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Attualità | 21 settembre 2025, 08:05

21 settembre: Giornata mondiale della gratitudine e Giornata mondiale della pace

Due appuntamenti che coincidono, perché facce della stessa medaglia. Cosa dice la scienza

21 settembre: Giornata mondiale della gratitudine e Giornata mondiale della pace

La gratitudine, secondo Marco Tullio Cicerone, «Non solo è la più grande di tutte le virtù, ma è la madre di tutte le altre». Il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale della gratitudine.

Per risalire alle origini di questo evento è necessario compiere un viaggio ai nostri antipodi e sbarcare sulle candide spiagge delle isole Hawaii, dove nel 1965 per la prima volta ne parlò il filosofo e maestro di meditazione Sri Chinmoy alle Hawaii.

In occasione di una cena presso l’International East-West Center, alla presenza di diversi delegati provenienti da tutto il mondo, decise di creare un giorno per poter imparare a dire finalmente grazie e riflettere su quanto la gratitudine possa essere importante nelle nostre vite, per guidarci al meglio anche nelle relazioni con gli altri.

L’anno successivo, nel 1966, venne celebrata la prima ricorrenza, con la speranza che milioni di persone in tutto il mondo, da quel momento in poi, l’avrebbero rispettata per costruire un mondo migliore.

Solamente nel 1977 la Giornata Mondiale della Gratitudine è stata celebrata in modo ufficiale per la prima volta, all’interno della sede del gruppo di Meditazione delle Nazioni Unite a New York.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite l’ha istituita in maniera ufficiale nel 1981 (quindi quattro anni dopo la prima celebrazione dell’Onu a New York), ma solamente nel 2001 all’unanimità è stata scelta la data del 21 settembre, data condivisa anche con la Giornata Mondiale della pace. Le due giornate oggi coincidono perché, effettivamente, sono le due facce della stessa medaglia.

Cosa dice la scienza

Molti la confondono con una semplice regola di cortesia. In realtà, la gratitudine è molto di più, è la capacità di riconoscere il valore di ciò che riceviamo, dalle grandi occasioni alle piccole attenzioni quotidiane, anche nei dettagli più piccoli. Essere grati significa fermarsi, osservare e dare un nome a ciò che arricchisce la nostra esistenza. Non è un pensiero astratto, è un atteggiamento che cambia il nostro modo di guardare la realtà.

La scienza ha dimostrato che coltivare la gratitudine non è solo una questione spirituale o morale: riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress; migliora la qualità del sonno; rafforza il sistema immunitario; aumenta la sensazione di felicità e soddisfazione.

In altre parole, essere grati è un toccasana per la mente e per il corpo.

Silvia Gullino

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