Cresce il lavoro nel Savonese, ma è sempre più precario. Secondo dati elaborati dall'Ufficio Economico della Cgil, nel secondo trimestre, delle 16.002 nuove attivazioni di contratti di lavoro dipendente nel settore privato (esclusi gli agricoli), solo il 5,6% sono a tempo indeterminato, con un calo del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2024 (903 contro 938). I nuovi contratti sono il 14,2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma risultano sempre più precari.
Il 28% del totale, cioè 4.507 contratti, è a tempo determinato; il 40,2% stagionale (6.433, con 710 in più rispetto al 2024); il 2,2% di apprendistato; e il 18,1% intermittente. Infine, il 46,3% dei contratti è part-time contro il 53,7% full-time.
"Il lavoro continua ad essere precario e malpagato – spiega il segretario della Camera del Lavoro Andrea Pasa – e con un'alta percentuale di impiego part-time. Su 100 lavoratori, 40 sono stagionali. Sono lavoratori che, oltre ad essere penalizzati per il lavoro precario e lo stipendio basso, lo saranno anche per l’aspetto pensionistico: riceveranno pensioni basse e da fame. Bisogna irrobustire la manifattura e l’industria, comparti che garantiscono un lavoro di qualità e contratti a tempo indeterminato. Le risorse pubbliche per il lavoro non possono andare a chi sostiene il lavoro precario, ma a chi crea occupazione stabile e di qualità. Bisogna rafforzare l’industria partendo dalla salvaguardia di quella esistente e investendo in quella che crea occupazione".














